Memorie di una colf

Memorie di una colf. Est modus in rebus, sunt certi denique fines....


A volte ci si sente come quando si entra in una cattedrale. La chiesa, in genere, è un luogo dove ci si può raccogliere, parlare con se stessi e con Dio, per chi crede, farsi delle domande e magari darsi pure qualche risposta. In una chiesa molto grande è invece come essere in una piazza senza cielo. Sai che quella è una chiesa ma il tuo pensiero si smarrisce tra le volte e ciò che provi spicca il volo e va a rifugiarsi in alto, su un’architrave di legno, come un piccione spaventato che non ritrova più lo spiraglio nella finestra da cui è entrato. Si rimane orfani di pensieri…appesi…in un limbo fatto di distanze sproporzionate. La chiesa c’è, Dio c’è, tu ci sei …..ma è come un dolce con gli ingredienti nelle quantità sbagliate. Non lo butti certo quel dolce. Cade un po’ da tutte le parti e non ne vuol sapere di rimanere nel piatto o di assumere una fisionomia abbastanza definita, tale da permetterti di catalogarlo come, non so, un pan di spagna, uno strudel, un plum cake….. Ma è dolce…ed è il sapore dolce che da consolazione….non certo, alla fine, l’aspetto della torta.  Un dolce sai che è tale solo quando l’assaggi. Ho visto molte volte in vita mia bellissimi dolci….che si fermavano a nutrire gli occhi.