Memorie di una colf

Memorie di una colf. La sofferenza del rallentatore.


C’è ghiaccio ovunque sui sassi neri della massicciata. La vecchia motrice sembra dormire nel cono d’ombra della stazione. Cammino avanti e indietro lungo la banchina, ormai talmente vecchia e consunta, da essersi fatta di terra battuta. E’ come se stessi costruendo il bozzolo e mi viene in mente una vecchia canzone di Franco Battiato che dice …”…e la primavera tarda ad arrivare”. Le cose della vita procedono sempre per quanti discreti, ossia senza soluzione di continuità “apparente”. In pratica il fenomeno viaggia costantemente in una direzione ma se lo rallentassimo ci accorgeremmo che fa due passi avanti ed uno indietro. Certo, alla fine la risultante è sempre un passo avanti ma fa comunque male quando si rimane intrappolati nel fotogramma del passo indietro.