Memorie di una colf

Memorie di una colf. Convulsioni mentali.


Emergo da una coltre di lettere sparse, farcita dal pensiero di tutta una serie di altre missive che devo mettere in cantiere. A volte si vive in situazioni che appaiono kafkiane. In un mondo popolato di persone che si parlano senza dire nulla o forse si parlano senza ascoltare il significato profondo delle parole dell’interlocutore. Insomma, un mondo di pesci in barile dove nessuno ha il coraggio di dire “il re è nudo”. Trovo tutto ciò molto italico. Una specie di zavorra culturale che serve “si” a non farsi nemici ma non risolve alcun problema. Decidere è comunque fare delle scelte. Nel nostro Paese non si decide mai e quando lo si fa, avviene senza guardare negli occhi la persona  a cui si dice “no”. Lo trovo veramente triste e diseducativo…e quel che è peggio non si arriva mai a tirare una riga ed andare avanti….perchè il tirare una riga ed andare avanti, in questo povero Paese, invece che un atto necessario e di coraggio, lo si considera un sopruso contro una non meglio identificata libertà di poter fare tutto ciò che si vuole.