Memorie di una colf

Memorie di una colf. Dissenso.


Tra il verde del telo che copre le grandi vetrate vedo le bianche ali dei gabbiani volare, tagliare il cielo come alla ricerca di qualcosa, creature aliene in un mare di tetti. La vita è una passeggiata sull’asse d’equilibrio. Anche se l’acrobata sembra nato su quella traccia di legno, ciò che lo separa dall’abisso è sempre un nulla, una folata di vento più forte, un riflesso accecante su una pozzanghera, un pensiero subitaneo che ruba sua attenzione. Non c’è stile nel precipitare. Quando arriva il momento, cadiamo tutti nello stesso modo. Al massimo lo possiamo fare in silenzio, come a volere dire, nell’ultimo istante, a tutto il mondo: “io non sono mai stato d’accordo. Questa cosa, in fin dei conti, non l’ho mai sentita mia”.