Memorie di una colf

Memorie di una colf. Making movies.


Sono seduto in una grande sala piena di bandiere. Attraverso i vetri oscurati vedo gli operai che camminano sul tetto della casa di fronte. Ieri c’era uno squarcio da cui si vedevano i muri interni di una mansarda, ora ci sono delle pareti di legno a circoscrivere quel mini appartamento venuto su come un fungo tra una selva di comignoli fumanti. Bruxelles è una strana città che un po’ rispecchia il carattere dei belgi. Oggi sciopero generale dei trasporti….ma i mezzi non sono sospesi. Non sono molti, vanno piano ma il servizio, essenziale per questa città, c’è. La gente è tranquilla, aspetta, fa la fila, chiede scusa per scendere e salire dalla metro più affollata del solito ma nessuno si agita, nessuno alza la voce, nessuno fa il prepotente ne gli scioperanti ne i trasportati. E’ una cosa molto civile dove ognuno ha il suo spazio, chi per protestare, chi per continuare a vivere in modo sufficientemente normale…e per dare un tocco in più di normalità, per la prima volta in un anno un controllore mi ha chiesto il biglietto…come a dare un segnale che anche davanti al disservizio ….il servizio continua. Un bel segnale davvero. Sono quindi arrivato presto…ed ogni tanto dalla grande porta fa capolino un inserviente del palazzo. Questo è un posto di riti, di una messa che si consuma uguale 365 giorni l’anno. Qua arrivano persone di culture ed origini diverse e gioco forza si son dovute inventare regole nuove e comuni per tutti, come se ci si trovasse in un universo parallelo, dove ogni contrasto o dissidio é congelato allo scopo di mantenere vivo il dialogo attraverso il rituale. Mi viene da pensare come molto spesso nella vita anche noi inventiamo dei riti …per vivere sufficientemente in armonia. Diamo e ci diamo dei limiti per non ferire la suscettibilità altrui garantendo, allo stesso tempo, l’integrità della nostra. Non è ipocrisia, non è falsità, non è  sotterfugio ma è un’esigenza. E’ la maschera dell’attore che può dire ciò che ritiene importante nella zona franca del cessate il fuoco. Probabilmente la maggior assonanza con le persone l’abbiamo quando questa zona franca si riduce a poche cose per poter funzionare. Meno impalcature ci sono da costruire e meglio è. Chissà se una società capace di ridurre i contrasti interni è fatta veramente di persone più capaci anche di vivere meglio i rapporti interpersonali? Di certo qui a Bruxelles non si parla di scandali, tangenti, disonestà e mafie come in Italia ma quando viene fuori il mostro, è veramente un mostro che noi ce lo sogniamo. Chissà se il litigare, arrabbiarsi, gridare tutti i giorni non sia invece la valvola di sfiato che impedisce la nascita dei mostri, grandi e piccoli che siano? Non lo so. Così sembrerebbe. Intanto cerco di case, ubicazioni ed impieghi e…sorrido. Due cuori ed un garage; non credo che ci abbiano fatto un film ma sarebbe un soggetto interessante. Anche perché credo che servirebbero pure un canile, un gattile ed una dependance dotata di computer e WiFi…un titolo bello lungo per un film….magari giriamo un cortometraggio.