Memorie di una colf

Memorie di una colf. E se fosse stato meglio nascere in Sud America?


Qui dentro ho come la sensazione di trovarmi in un romanzo di Orwell...uno di quelli famosi. Come vedete nessuno commenta, nessuno parla, nessuno si esprime ma questo posto è popolato di fantasmi evanescenti e silenziosi. In fondo nemmeno tanti...ma nemmeno pochi. Quasi quasi propongo un raduno in modo che, conoscendosi ed incontrandosi, possano coordinare le apparizioni e distribuire equamente il carico di lavoro. Quello che veramente mi chiedo, al di la della diafana presenza, è cosa cerchino qui dentro. In fondo io scrivo del più e del meno, di sensazioni estemporanee, di folgorazioni sulla via di Damasco, di quello che improvvisamente m'attraversa la mente. Non seguo un filo logico. Non ho un tema principale. Non emetto comunicati stampa giornalieri sull'andamento dello yen o sulla fluttuazione del prezzo del succo d'arancia. Anzi, recentemente sono spesso assente per lunghi periodi....ma i fantasmi no. Sono più assidui di me, più coerenti di me, più votati alla loro causa di quanto io lo sia alla mia. Facevo una riflessione stamattina. Il mio mondo è più un mondo di assenze che di presenze. Forse, per indole, tendo ad isolarmi, a non far rumore, a mettermi in un angolo ad osservare. Forse sono io che creo ed attiro i fantasmi con il mio comportamento. Se anche fosse che mi riesce difficile gestire la realtà, la realtà, silenziosa, tenta ugualmente di circondarmi per ricordarmi che esiste. Forse sono io che non concedo altro modo per essere presenti. Non lo so. Mi perdevo in questi pensieri mentre giocherellavo con una penna questa mattina. Mah..... mi vengono in mente anche Marquez e l'Allende....