Memorie di una colf

Memorie di una colf. Tra Nuovo Salario e Fidene.


La mattina in treno è come entrare in un’altra dimensione. E’ come viaggiare accanto a mondi che pur sfiorandosi non si conoscono. Si respira la stessa aria, si toccano le stesse cose, ci si avvolge nello stesso calore ma si rimane inesorabilmente separati. E così mi viene da pensare a come il fermarsi alle apparenze non porti che a fraintendere, non interpretare, prendere cantonate. “Ma come? Sembravano stare così bene insieme? Come è stato possibile? Cosa è capitato?”. A volte invece penso che il sembrare sia l’alibi per negarsi l’essere. E per sopravvivere si salti da una posizione all’altra all’occorrenza. Forse perché alla fine, sopravvivere è tutto e la maggior parte degli uomini…si limita solo a fare questo, senza nemmeno rendersene conto. Andare a fondo, capire, comprendere cosa c’è dietro e cosa è capitato è la medicina amara per guarire. Se no si rimane solo con l’apparente sicurezza dell’essere nel giusto…sicurezza che crolla giù al primo alito di vento.