Memorie di una colf

Memorie di una colf. Delle isole e dei sogni.


Il cielo sopra di me è limpido. Una splendida giornata di luce. I colori si stagliano nitidi e le onde nel laghetto rimandano spicchi di sole. Mi concentro sul mio respiro, come ad evitare di allargarmi troppo. Come a tenere sotto controllo me stesso perché se qualche pezzo si allontanasse troppo mi costerebbe una gran fatica riportarlo all’ovile. Osservo le persone che mi circondano e mi chiedo come sia possibile che così tante vite s’intreccino, vivano in fondo le stesse esperienze ma riescano però a rimanere “isole”. A pensare che siamo su questo pianeta da milioni di anni ma, alla fine, rimaniamo scogli tra le onde di un mare spesso ostile. Non siamo ancora riusciti ad elaborare una vera strategia di comunione. Un qualcosa che, servendo un individuo, serva pure tutti gli altri. C’è in tutto ciò un’aria di tragedia. Condannati a cercare qualcosa che non esiste. Ho letto spesso che tutto ciò che possiamo sognare lo possiamo anche realizzare. In questo caso sembra non funzionare…ed allora qualcosa mi sfugge. Forse sono io che non vedo…o non posso vedere…o non posso capire.