Memorie di una colf

Memorie di una colf. Alla deriva.

A volte è necessario dare asilo politico alle piccole creature. A quegli esserini che vagano per il mondo perennemente alla ricerca di un posticino tranquillo dove accoccolarsi per passare la notte…un vecchio tappeto in fondo al letto, l’abitacolo caldo di una vettura, l’ombra silenziosa dello schermo di un computer…. In fondo non chiedono molto. Ti guardano con due occhi pieni di una sola domanda…posso restare qui? Non so dove andare. Di solito sono una gran massa pelosa, arruffata ed incerta, che sembra farsi invisibile per vincere il freddo che li opprime, una goccia di coscienza in un mare di ghiaccio. A volte indossano  cose improponibili…un vecchio maglione a righe dai bordi scuciti per il  gran uso, un lungo cappello di lana dal pon pon una volta bianco,  un paio di corna d’alce……Gli guardi i piedi e sembrano raccontarti una storia…una storia di gran camminare, di lunghe attese, di viaggi e di strade, di estati ed inverni passati cercando un luogo dove fermarsi…e così, senza accorgertene, li adotti…prima colonizzano un pezzo del tuo letto…poi un pezzo del tuo cuore ed alla fine diventano come una nota di fondo costante che ti accorgi che c’è solo quando manca…strane creature questi orsetti di peluches…..sono più inquietanti del nano viaggiatore di Amelie……