Io e Vale

forza e costanza albergo


ci sono momenti negli ultimi giorni in cui mi sento davvero male. Sento il mondo crollarmi addosso per ogni minima, insignificante cosa che succede. Ho passato a Siena un meraviglioso fine settimana, ogni volta è sempre più unico ed indescrivibile quel che riusciamo a vivere e a provare... eppure sono arrivata domenica sera a sentirmi male mentalmente, tanto da non riuscire a tirar fuori le parole per spiegarmi, se non a mozzichi e bocconi. Forse ha ragione chi dice che, anche se non te ne accorgi e non ti sembra possibile, hai accumulato in 3 anni di studio a ritmi serrati e in poco tempo, una stanchezza emotiva che ti porta a scoraggiarti con una facilità incredibile. Viene definita come "una di quelle botte che se ti prende e non ti rialzi in fretta finisce per devastarti in un niente e a finirti". Domenica eravamo in piazza nel tardo pomeriggio, aspettavamo l'estrazione delle contrade, e tutto a un tratto mi sono sentita come un peso gigantesco sullo stomaco, come qualcosa che ti tira sempre più in basso, come per farti affogare. Ho cercato di capire e allora sono venuti fuori tutti i problemi che mi girano per la testa... tutti in una volta: i soldi che non ci sono da parte di nessuno dei 2 e fatichiamo anche solo per trovare quei 30 $ massimi che ci servono per i biglietti della corriera; il fatto che nessuno dei 2 vuole essere di peso all'altra, ma non vogliamo e non possiamo fare a meno delle poche ore del fine settimana o anche di una sola giornata; il fatto che iniziamo a vedere il nostro futuro insieme, che vorremmo tanto iniziare a progettarlo, ma non possiamo perché c'è bisogno di altro oltre l'amore e la buona volontà, e il desiderio di voler far quadrare bene ogni tassello come in un puzzle; ci manca la nostra indipendenza dalla famiglia, il dire "dai questo w.e. si parte e ce lo prendiamo solo per noi"... e poi lo studio... sembra non finire mai... tante cose iniziate, ma non si riesce ad andare avanti. La relatrice che anche se le sto addosso non mi segue per niente... mi rompe chiedere aiuto a mamma anche se so che poi lo fa volentieri, anche perché so che se lo facessi mio padre continuerebbe a dire come ha fatto fino ad oggi "ringrazia tua madre che se non c'era lei"... come ha fatto per 3 anni e mezzo ogni volta che passavo un esame (e avevo fatto tutto da sola, se non nel primo semestre al primo anno). Mi rode sentirmi dire da persone che dovrebbero sostenermi "eh, vabbè t'è andata bene pure stavolta va, meno male...", oppure "eh, ma i tuoi cugini, quelli sì che sono bravi...!". Sinceramente ci sono situazioni in cui io, probabilmente peccando di superbia, mi sento migliore. Probabilmente non conosco abbastanza le persone con cui ho a che fare, ma sinceramente, l'unico grande, enorme, unico motivo per cui voglio prendere questa maledetta laurea (che sarà la prima ma putroppo non l'ultima) è che voglio mettergliela nel culo a tutti quanti. Sbaglio forse? Sono la più piccola? sono la più debole, anche perché alle provocazioni non rispondo mai? 'fanculo, mi sono rotta il c***o di 'sta storia. Ci sono cose che ho sempre mandato giù, ma che di tanto in tanto tornano a galla e bruciano, come quando ti fai una ferita e continui a sbatterci su... e finisce che non si rimargina mai completamente. Mi fa rabbia sapere che c'è chi si diverte a farmi stare male, chi più, chi meno volutamente. Perché loro dovrebbero avere la coscienza sporca e non dormirci la notte per il male che mi hanno fatto, e invece a fissare il soffitto ci sto io. Sono stanca. Sono stanca di non sapere cosa fare, di dover sempre e comunque dipendere da qualcuno che ne sa più di me e abbassare la testa. Sono stanca di non poter rendere conto solo a me stessa delle mie decisioni. Ci sono notti intere che passo a occhi sbarrati per la paura di non riuscire ad affrontare la laurea; di non sapermi gestire, di non sapere come si crei una tesi... ho paura, ho una paura fottuta di bloccarmi e di non riuscire a finire il mio corso di studi dopo 40 esami, per 35 stupidissime pagine di stampato che non so come comporre e se le sole poche idee che ho per farlo sono quelle giuste. Odio dover cercare, chiedere e pregare l'aiuto di qualcuno che poi (e parlo della mia relatrice) probabilmente si prenderà il merito del mio lavoro (perché, saputo da 5 giorni, l'università ha 3 anni di diritti sulla mia tesi, che in quel periodo, se mai sarà pubblicata, non porterà mai il mio nome scritto nemmeno in ultima pagina). Questo è tutto quel che ho dentro, e che domenica sera mi ha fatto crescere dentro un'angoscia e una tristezza infinite. Ho paura, seriamente. E mi rendo conto di avere assoluto bisogno di parlarne con qualcuno che possa realmente aiutarmi a superare questa cosa, altrimenti da sola non ne esco e faccio solo più casino di prima.Mema