memoria

Shoah e opere d'arte


Si può riassumere in questa domanda il secondo fine settimana che la comunità ebraica di Casale Monferrato, insieme al Comune e a molti enti pubblici e privati ha voluto dedicare alla Memoria in occasione del giorno in cui in tutta Europa si ricorda la liberazione di Auschwitz. C'era sul palco a fianco del direttore Roberto Giuffrè anche Emilio Bonelli e tra le letture scelte per accompagnare lo spettacolo la descrizione fatta dal giornalista e scrittore Giampaolo Pansa delle persecuzioni razziali a Casale è diventata un richiamo potente, persino di attualità quando lo stesso Bonelli ha aggiunto che proprio per fare ammenda di quei giorni bui Casale non deve avere un cuore nero, ma con tutti i colori dell'arcobaleno della pace.Il problema dell'Estetica l'ha suscitato sopratutto a Casale la presenza di Gabriele Croppi, fotografo di Domodossola, formatosi nel reportage, ma che ha scelto uno stile personale per rielaborare l'immagine attraverso la camera oscura. Un'idea che ha folgorato Croppi alla vista delle torrette del campo di Mauthausen, facendogli scoprire il concetto di Postmemoria e cioè la partecipazione emotiva a quegli eventi anche delle generazioni successive, il più delle volte partecipi proprio attraverso l'arte.Un coinvolgimento che Croppi suscita con immagini di reticolati sfocate come il senso stesso della vita di chi era in quei luoghi, con immagini ricoperte di pioggia, andando a sorprendere passanti ignari sui luoghi che hanno visto stragi. Al termine, dopo il tramonto, in Sinagoga saranno accese le Luci della Memoria: sette lampade proprio come la tradizionale Menorrah ebraica: sei per ogni milione di ebrei che hanno perso la vita nel lager e una per l'altro milione di innocenti formato da prigionieri politici, zingari, slavi, omosesuali. Fonte: http://www.ilmonferrato.it/news.php?newid=a8073e656c13c2fd4dde0e3f53214a4e