Il metodo Meneghetti

L’acqua e la fonte


“Se non diverrete fanciulli non entrerete nel regno di Dio”. In questo passo del Vangelo di Gesù si legge l’insegnamento a ritornare a quell’innocenza dell’anima, propria della fanciullezza, a liberarsi dagli orpelli e le costruzioni dell’età adulta, sovrapposti alla purezza nel corso della vita.Solo così si può entrare nel regno di Dio, nel regno della pace dell’anima, il luogo dove la creatura torna al creatore. In un testo del Antonio MeneghettiFilosofia ontopsicologica, l’autore rilegge i Vangeli in chiave filosofica. Tra le righe non c’è alcuna contrapposizione religiosa e la trattazione, scrive il Meneghetti, è: un modo per comunicare il luogo della visione dell’Essere come gioia egoica. Cogliere, perché sia gioia individuale, l’esperienza di quel qualcosa che è aldilà e oltre noi, che ha creato l’uomo, a cui l’uomo tende. Si può chiamare Dio, Buddha, Essere. L’Essere di cui hanno trattato i più grandi filosofi in tutti i tempi, da Parmenide a Heidegger.In chiave filosofica, come spiega il Meneghetti, diventare fanciulli è l’invito recuperare la purezza del proprio In Sé ontico, il principio vitale dell’uomo, per poter recuperare quel contatto, concreto e trascendente nello stesso tempo, con il principio costituente; come sgorgare e scorrere nella vita senza perdere mai il contatto con la fonte.