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Filosofia, coscienza e conoscenza, metodo ontopsicologico di Antonio Meneghetti
 

 

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La coscienza è esatta?

Post n°28 pubblicato il 09 Ottobre 2012 da blogger70
 

Tutti immaginano che “coscienza” si debba intendere come “direttiva morale”. In questo caso, il tibetano applica il suo modello di morale; il cattolico ha un altro stile; l’islamico ne ha un altro ancora, etc.: è il termine più complesso e confuso, e ognuno lo adegua ad un imperativo ideologico, inquisitore, morale. Ad esempio si usa dire: «Non hai coscienza? Ma che coscienza hai? Ma questa è coscienza?», etc.

In tal modo, è stato rovinato questo termine, che invece è semplicemente un momento tecnico. La coscienza è un passaggio di visione tecnica. La presa di posizione non è la coscienza, ma è qualcosa che sta prima e dopo di essa: l’Io volontario, che – dopo aver letto – giudica e sceglie.

Per questo è fondamentale che la coscienza sia esatta, cioè in grado di leggere la situazione per come è. Quindi una coscienza senza miti, senza stereotipi, senza patologie, perché se si parte da inesattezza nella coscienza dei giudici, legislatori, votanti, etc., conseguentemente si avrà errore nell’azione storica.

(Antonio Meneghetti)

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