menegonblog

PENSIONI E PRECARIATO: IL FILO ROSSO TRACCIATO DA DE LUCIA


De Lucia: il sindacato è più che mai sindacato dei pensionati, Epifani e Angeletti alimentano lo scontro tra generazioniÈ una politica dissennata, contro giovani, precari, disoccupati e inoccupati 23 gennaio 2007• Dichiarazione di Michele De Lucia, componente della Direzione nazionale della Rosa nel Pugno e di Radicali italiani, Consigliere economico del Presidente della Commissione Attività Produttive della CameraCon le dichiarazioni rilasciate quest’oggi da Luigi Angeletti, Segretario della Uil, e Guglielmo Epifani, Segretario della Cgil, il sindacato italiano getta la maschera: si tratta di organizzazioni i cui iscritti sono costituiti in maggioranza da pensionati, e fanno gli interessi dei pensionati: non dei giovani, non dei precari, non dei disoccupati, non degli inoccupati. No, dei pensionati.Sarebbe bene che questi signori dicessero cosa ne pensano di alcuni dati:1) la spesa pensionistica oggi è pari al 15% del PIL;2) la spesa pensionistica assorbe i due terzi della spesa sociale: ogni tre euro, due euro vanno a pagare le pensioni;3) i ventenni e i trentenni pagano i contributi, prenderanno (semmai la prederanno) una pensione molto più bassa dei loro genitori, e saranno costretti a lavorare molto di più;4) i “padri”, oltre a godere di pensioni che i “figli” non potranno mai percepire, hanno vissuto molto al di sopra dei loro mezzi: l’eredità è costituita da un debito pubblico pari a tre milioni di miliardi di vecchie lire;5) grazie all’opera di retroguardia e conservazione svolta dal sindacato, le riforme intervenute sulle pensioni sono state caratterizzate da una transizione troppo lunga e da misure troppo generose proprio per chi era più vicino alla pensione;6) anche con la riforma-Maroni si è puntato tutto sui 40 anni di contributi: ma come faranno i giovani di oggi ad accumulare 40 anni di contributi, secondo voi? Per converso, se un ragazzo, un co.co.co., accumula meno di cinque anni consecutivi di contributi (ad esempio, 4 anni, 11 mesi e 29 giorni) perde tutto, e quei contributi finiscono a pagare altro nel calderone dell’Inps (dove, oltretutto, non c’è separazione tra previdenza e assistenza).Si potrebbe andare avanti a lungo. Quello che non è più accettabile è che questo sindacato possa continuare a mascherarsi da difensore dei deboli a spese dei deboli: giovani, precari, disoccupati, inoccupati… e anche di quegli anziani ai quali viene vietato di continuare a lavorare oltre una certa età.Bisogna riformare le pensioni: alzare l’età pensionabile per liberare risorse a difesa dei più deboli. Meno pensioni, più welfare.