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Dall’insicurezza dei tanti alla sicurezza che discrimina


Benvenuti alla settima puntata di “Meneglobe, taniche di pensiero dal mondo”, la trasmissione dedicata ai temi della stampa internazionale e che propone il punto di vista dei grandi think tank stranieri.   Questa settimana non terrò fede agli impegni e, visti gli accadimenti degli ultimi giorni, rinvio la lettura e l’analisi dei papers sulle questioni energetiche alla prossima puntata. Questa scelta è giustificata dalla rilevanza internazionale che ha assunto l’assassinio di Giovanna Reggiano a Tor di Quinto, nella periferia, neanche tanto distante dal centro, di Roma. Più che il fatto in sé, ha destato l’attenzione della stampa internazionale prima il raid contro il campo nomadi di Tor Bella Monaca, poi il decreto legge che propone il ricorso a espulsioni più facili per risolvere l’urgenza sicurezza. Anger at EU immigrants explodes after woman's brutal death Intitola il Times The brutal murder of a woman — allegedly by a homeless immigrant — as she returned home from shopping has brought to a head the simmering anger in Italy over the arrival of tens of thousands of impoverished Romanians. Qui si parla di Romeni impoveriti. The horrific attack has appalled Italians, who blame Romanian immigrants for a wave of crime in the biggest cities since January, when Romania joined the European Union, and now threatens to drive a wedge between two nations that have a long history of cultural ties. Romano Prodi, the Italian Prime Minister, telephoned Calin Popescu Tariceanu, the Romanian Prime Minister, yesterday to demand urgent action to prevent criminals from crossing the border. On Wednesday Mr Prodi chaired a Cabinet meeting that approved a measure allowing police chiefs to expel EUcitizens who posed a threat to public security, as well as immigrants from outside the EU. The measure, which would appear to contravene EU legislation on the free movement of people from member states, was due to be debated in Parliament within 60 days. Mr Prodi said yesterday that it would be imposed immediately by decree. In a front-page editorial Il Messaggero, the Rome daily, said “Our anger, frustration, fear and grief cannot be underestimated. This atrocious and vicious attack goes beyond our darkest imaginings, and is the direct consequence of excessive tolerance. We have blindly accepted anyone who wanted to come to Italy. We should have reacted much earlier.” Corriere della Sera said that Romanians had “replaced Moroccans and Albanians as Italians’ No 1 nightmare. The difference is that Romanians are now Europeans like us.” Walter Veltroni, the Mayor of Rome, said that Italy should have followed the example of Britain and other EU countries in imposing immigration limits for new EU members. Mr Veltroni said that before Romania’s EU accession Rome had been one of the safest cities in Europe. “These are not immigrants who came here to live, but criminal types,” he said. Mr Veltroni said 75 per cent of street crimes in Rome so far this year had been committed by Romanians. Despite fears that Romanians would flood into Britain after their country joined the EU, most have headed for Southern Europe. In the past 18 months Romanians have been responsible for 76 murders, more than 300 rapes and 2,000 robberies in Italy. Concern that Bulgaria and Romania were let into the EU too soon means that most Balkan countries will have to wait at least a decade before they can join, officials in Brussels said yesterday. Passiamo all’Independent, che già sabato 27 aveva fatto notizia, caso di metadata, con l’articolo intitolato outcast e la foto dei Rom cacciati dal loro campo. Pope urges respect as politicians turn on Italy's Roma population The Pope has called on Italy to respect immigrants' rights after opposition leader Silvio Berlusconi urged the closure of borders to Romanian workers, and conservative allies demanded thousands of Roma be deported. Poco morbido quindi il quotidiano inglese, che usa il verbo deportare. despite a brutal attack on a group of Romanians in a suburb of the Italian capital on Friday night, top Italian politicians continued their assault on immigrants over the weekend, with the leader of the post-fascist National Alliance calling for the expulsion of 20,000 from Rome alone. Infine Le Monde: Le gouvernement roumain critique les mesures d'urgence prises par l'Italie pour expulser ses ressortissants Les ressortissants roumains émigrés en Italie - 342 000 personnes selon les chiffres officiels, 556 000 d'après l'association Caritas - s'estiment en danger après l'agression de trois Roumains, vendredi 2 novembre, dans la banlieue de Rome. Cet incident est survenu après l'agression d'une Italienne, le 30 octobre, par un Roumain d'origine tzigane. Au lendemain de ce meurtre, qui a suscité une vive émotion en Italie, le gouvernement de centre-gauche de Romano Prodi a adopté dans l'urgence un décret qui facilite l'expulsion des étrangers de l'Union européenne pour des motifs de sécurité publique. Tariceanu a annoncé qu'il allait se rendre à Rome. "Il est de mon devoir d'avertir mon homologue que la situation commence à se dégrader et que cette vague de xénophobie doit être enrayée, a-t-il déclaré. Nous ne tolérons pas la délinquance, mais nous devons en même temps protéger nos citoyens." La manière dont plusieurs personnes ont été rapatriées ne leur a laissé aucune chance de s'adresser à la justice pour savoir si cette mesure était justifiée. L'adhésion de la Roumanie à l'Union européenne n'a pas été sans susciter des inquiétudes en Europe occidentale, où plusieurs pays ont restreint l'accès des Roumains au marché du travail. La majorité des deux millions de Roumains expatriés s'est établie en Italie et en Espagne. La minorité rom ou tzigane - 537 000 personnes selon les chiffres officiels, un million et demi selon les leaders de cette communauté - a, elle aussi, fortement migré vers l'Ouest en raison de la discrimination dont elle est victime en Roumanie. "Nous sommes confrontés à un phénomène qui n'est pas imputable aux Roumains mais aux Roms, a déclaré le ministre du travail, Paul Pacuraru. Nous, les Roumains, nous n'agissons pas comme ça." Une éventuelle expulsion massive de Roumains d'Italie risque de renforcer le racisme anti-tzigane en Roumanie. E in effetti, se leggiamo i quotidiani romeni e i forum, il fatto di confondere le due etnie provoca indignazione, che spesso si tramuta in odio. Românii din Italia îsi povestesc dramele pe site-urile ziarelor din "peninsula;" Ca urmare a infracţiunii comise de Nicolae Romulus Mailat, viata în Italia a devenit imposibila; pentru românii care muncesc cinstit. Acestia se plâng că sunt tratati ca niil;te infractori doar pentru faptul că vorbesc româneste. Riportano poi le parole di una romena sposata in italia. Stie cineva ceva de 10 delicventi care au atacat 3 români? Mi-am dorit întotdeauna sa; vad Napoli, dar lucrul acesta nu este posibil. Sotul meu spune ca nici mort nu merge acolo, pentru ca este prea periculos.   Hagi si Brancusi vor apara romanii din Italia "Am vorbit deja cu premierul Tariceanu pentru a initia o actiune de anvergura pe media si societatea italiana pentru promovarea imaginii Romaniei. Vrem sa aducem 50, 60, 100 de romani de valoare in fata oamenilor.   E’ senz’altro singolare la catena di reazioni suscitate dal triste evento capitato a Tor di Quinto. L’esasperazione dettata dall’insicurezza fa presto a tradursi in odio razziale. Le voci più ricorrenti tra i Romeni e in Romania premono affinché si distingua tra Rom e Romeni, altri insistono per non colpevolizzare le collettività, ricordando come la responsabilità penale sia individuale. L’odio interetnico chiama odio interetnico, leggendo i commenti dei lettori ai giornali romeni, si leggono spesso riferimenti ai fenomeni criminali della tradizione italiana, la mafia nel meridione, ma anche, cosa curiosa, il bullismo nelle scuole, oltre che lo sfruttamento della prostituzione. E poco importa se quest’ultimo reato sia per lo più perpetrato da loro connazionali, mente avrebbero la possibilità, ma forse non lo sanno, di chiedere conto delle numerose morti bianche, prodotto del caporalato di via Togliatti. Senz’altro hanno ragione ad appellarsi al principio di responsabilità individuale, a voler distinguere tra il tema della sicurezza e quello dell’immigrazione. Probabilmente ha in parte ragione anche chi vuole tracciare una linea di demarcazione netta tra Rom e Romeni. La cultura romena sembra più incline ad integrarsi, è la cultura di quanti si sentono cugini un po’ sfortunati dei popoli neolatini, anzi, degli altri popoli neolatini. E’ il popolo anche di chi viene in Italia in Erasmus, conoscendo 2/3 lingue in più rispetto ai suoi colleghi italiani, è la Romania di chi con la laurea in medicina o ingegnaria si accontenta di fare la badante in un Italia che scopre neocorporativistica e feudale. I Rom, per abitudini di vita, sono senz’altro di più difficile integrazione e riesce difficile accettare che dai campi nomadi si dica con orgoglio: “noi non ammazziamo, noi rubiamo soltanto”. Ricordo che ad un seminario a Gummersbach una ragazza romena alla domanda: qual è la situazione attuale tra Romeni e Rom ha risposto con una vena un po’ sarcastica: il problema dei Rom in Romania è risolto, li abbiamo mandati tutti in Italia. Ma anche questo manicheismo ha le sue pecche, non c’è in Romania un’etnia collettivamente delinquente e una onesta. La responsabilità è individuale, anche quella del romeno che partecipò alla tortura e all’assassinio della coppia di Gorgo Monticano, a Treviso. Chi si ricorda di Lucia Comin e Guido Pellicciardi? Questo getta un’ombra su un’altra piccola discriminazione. Al loro funerale non si son visti esponenti del governo e leader d’opposizione, non è stato convocato il consiglio dei ministri, non si è avvertita alcuna emergenza. Se ne è parlato in un paio di edizioni del TG, per 2 minuti, sommersi dal giallo più intrigante che vedeva coinvolti uno studente della Bocconi e due cugine un po’ egocentriche. La reazione popolare è stata diversa, anzi, non c’è stata. Nella Treviso nota in genere per le uscite poco eleganti dello sceriffo Gentilini, la cui furia si concreta in scalmanate prolusioni e qualche misura poco più che simbolica (celeberrima l’eliminazione delle panchine dei cd “drogati”), nella Treviso che quando si lamenta è per forza razzista e xenofoba, solo sgomento, la solidarietà del paese e rassegnazione. Nessun rigurgito fascista, nessun raid. L’esasperazione per un problema evidente, quello della sicurezza, non deve vestire i panni della violenza xenofoba, né esser confuso e fatto coincidere con quello dell’immigrazione. Murando i confini i primi a farne le spese sarebbero studenti, lavoratori e imprenditori onesti, italiani e stranieri. La libertà di circolazione è un diritto, delinquere no. L’on. Gasparri notava ieri come a Tor di Quinto non mancassero le centrali di polizia, le caserme. Appunto… magari sarebbe bastato che si affacciassero alla finestra. Oppure bastava ci fossero un paio di lampioni in più. Magari assieme ad una telecamera, che potrebbe essere un utile deterrente. So che l’uso delle telecamere pone un problema di privacy e forse di budget, ma se si trovano i soldi e l’accettazione di telecamere ai varchi delle ztl, ai bordi delle strade per fotografare chi supera di 5km orari i limiti di velocità, forse è una scelta politica quella di confondere il problema della sicurezza e quello della immigrazione. Se poi consideriamo che la funzione prima dello stato, sulla quale paiono convergere le idee di pressoché tutte le ideologie, salvo quelle anarchiche e anarcocapitalista, è la sicurezza, il diritto alla vita dei propri cittadini, questo fallimento ultimo dello stato mette in crisi il cuore delle istituzioni. Lo stato spende il 5% del proprio bilancio per l’ordine pubblico e il 4% per la difesa. Probabilmente sono mal spesi, e se l’invito di Progetto nord est di usare l’esercito per presidiare il territorio e contrastare la criminalità può suonare eccessiva, c’è da chiedersi come vengono spese queste risorse, se per affollare gli uffici o per mezzi e uomini a garantire la sicurezza dei cittadini e quali priorità vengono date. Forse si scoprirebbe che la sicurezza delle ragazze erasmus romene e inglesi, la sicurezza di una coppia di coniugi che abitano nelle campagne venete, la sicurezza degli italiani che abitano tanto nelle periferie dei grandi centri, l’incolumità di un manovale romeno o di una prostituta moldava non sono la priorità.