giovedì 10 gennaio 2008 Nel denunciare gli speculatori che gonfiano i prezzi del petrolio e dei carburanti, Prodi dimentica che il governo italiano è il primo a speculare e lucrare sul rialzo delle quotazioni del petrolio. Il fisco ha aumentato gli introiti da Iva e accise sui carburanti di circa 3 miliardi di euro rispetto al 2002 e si presume che i più recenti aumenti si tradurranno in un ulteriore incremento degli introiti. L'imposta fu ideata da Mussolini negli anni Trenta ed è servita a finanziare le guerre prima, le emergenze umanitarie poi. Oggi è un accanimento contro il consumatore che aggrava l'emergenza rappresentata dal caro petrolio. La benzina non è un bene di lusso. Rappresenta un consumo di massa e un bene intermedio che alimenta il settore dei trasporti e, di conseguenza, l'intera economia. Cerchiamo di sorvolare sul fatto che le risorse così drenate dalle tasche degli italiani siano andate disperse con il tesoretto e l'aumento della spesa pubblica degli ultimi anni. Alcune circostanze ci inducono a ritenere che urga e si possa ridurre significativamente le accise, così come proposto da Decidere.net – Istituto Bruno Leoni l'estate scorsa. I dati sul rapporto deficit/pil sono confortanti e visti gli esuberi nelle amministrazioni pubbliche, a partire dall'Aci, non si hanno validi motivi per aumentare o mantenere il livello di spesa pubblica corrente. Con il risanamento di Fiat la Cigs potrebbe essere alleggerita e le perdite di Alitalia smettono di gravare sui conti pubblici. Ciò significa che si liberano risorse che vanno restituite alla società e all'economia. Tagliare le accise si può, anzi si deve. La competitività del sistema produttivo risente dei costi del trasporto, in Italia più alti che altrove oltre che per il caro benzina anche per la mancanza di infrastrutture. Si deve, inoltre, ridurre un'imposta su un bene ad uso diffuso per salvaguardare il potere d'acquisto dei lavoratori dipendenti ed autonomi già eroso dall'elevata pressione fiscale. Diego Menegon, promotore della cause facebook "Tagliamo le accise!" a sostegno dell'iniziativa IBL-Decidere.net, tratterà il caro benzina e gli argomenti ad esso correlati nella prossima puntata di Meneglobe, in onda martedì prossimo alle 11:30 su DecidereRadio.
TAGLIARE LE ACCISE SI PUO' E SI DEVE
giovedì 10 gennaio 2008 Nel denunciare gli speculatori che gonfiano i prezzi del petrolio e dei carburanti, Prodi dimentica che il governo italiano è il primo a speculare e lucrare sul rialzo delle quotazioni del petrolio. Il fisco ha aumentato gli introiti da Iva e accise sui carburanti di circa 3 miliardi di euro rispetto al 2002 e si presume che i più recenti aumenti si tradurranno in un ulteriore incremento degli introiti. L'imposta fu ideata da Mussolini negli anni Trenta ed è servita a finanziare le guerre prima, le emergenze umanitarie poi. Oggi è un accanimento contro il consumatore che aggrava l'emergenza rappresentata dal caro petrolio. La benzina non è un bene di lusso. Rappresenta un consumo di massa e un bene intermedio che alimenta il settore dei trasporti e, di conseguenza, l'intera economia. Cerchiamo di sorvolare sul fatto che le risorse così drenate dalle tasche degli italiani siano andate disperse con il tesoretto e l'aumento della spesa pubblica degli ultimi anni. Alcune circostanze ci inducono a ritenere che urga e si possa ridurre significativamente le accise, così come proposto da Decidere.net – Istituto Bruno Leoni l'estate scorsa. I dati sul rapporto deficit/pil sono confortanti e visti gli esuberi nelle amministrazioni pubbliche, a partire dall'Aci, non si hanno validi motivi per aumentare o mantenere il livello di spesa pubblica corrente. Con il risanamento di Fiat la Cigs potrebbe essere alleggerita e le perdite di Alitalia smettono di gravare sui conti pubblici. Ciò significa che si liberano risorse che vanno restituite alla società e all'economia. Tagliare le accise si può, anzi si deve. La competitività del sistema produttivo risente dei costi del trasporto, in Italia più alti che altrove oltre che per il caro benzina anche per la mancanza di infrastrutture. Si deve, inoltre, ridurre un'imposta su un bene ad uso diffuso per salvaguardare il potere d'acquisto dei lavoratori dipendenti ed autonomi già eroso dall'elevata pressione fiscale. Diego Menegon, promotore della cause facebook "Tagliamo le accise!" a sostegno dell'iniziativa IBL-Decidere.net, tratterà il caro benzina e gli argomenti ad esso correlati nella prossima puntata di Meneglobe, in onda martedì prossimo alle 11:30 su DecidereRadio.