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Contare e non contarsi


Partecipazione democratica e dibattito culturale. Questi i concetti chiave su cui si incardinano rispettivamente le proposte di Marco Taradash e Benedetto Della Vedova, avanzate al Convegno della parte liberale del Popolo della Libertà, che si è svolto sabato e domenica scorsi a Montesilvano, in Abruzzo. Il primo esprime il desiderio di riportare la politica tra la gente e fare della militanza attiva uno strumento di raccordo con le istituzioni. Una via, quella associativa, probabilmente in parte obbligata per un esponente dal grande carisma, purtroppo non compreso nelle liste dei candidati del PDL. L’on. Della Vedova, dal canto suo, sottolinea la fluidità della politica contemporanea e il carattere magmatico dell’identità del Popolo della Libertà; vorrebbe pertanto trasferire il confronto dal piano contabile (utile solo a stabilire quanti liberali puri sono presenti nel PDL e cosa possono chiedere) a un piano ideologico e contenutistico (idoneo a individuare quali idee di libertà costituiranno il nerbo dell’identità politica del PDL). Entrambi le iniziative avranno successo se sapranno scongiurare il pericolo del correntismo. Una “componente” depositaria del marchio Liberale DOC rischierebbe la ghettizzazione e il lento (auto)soffocamento. Contarsi non serve se non a chiedere un angolo della più grande casa del PDL.Un nuovo strumento di radicamento sul territorio utile a portare e produrre la grande politica e i temi liberali tra la gente farebbe probabilmente bene a una formazione la cui denominazione contiene un invito a combinare le idee di popolo e libertà.Se occorre declinare la parola Libertà contenuta nel nome della principale formazione di governo, è possibile supporre che un confronto ideale promosso da una fondazione come quella proposta da Della Vedova possa produrre dei benefici.L’invito a non chiudersi nel correntismo rivolto da Daniele Capezzone va letto alla luce di alcune osservazioni che si possono compiere in questo inizio di legislatura.In pochi giorni i neoministri Renato Brunetta e Maurizio Sacconi hanno annunciato iniziative importanti che non possono dispiacere ai liberali: una riforma meritocratica della Pubblica Amministrazione e la detassazione degli straordinari a beneficio dei salari e della produttività. La nomina di Capezzone a portavoce è una dimostrazione di come Berlusconi e il suo partito riconoscano il valore della sua persona ma anche quello che rappresenta e le sue idee liberali, laiche e innovatrici. L’ottimismo sulla disponibilità del PDL a far proprie le istanze tanto dei liberali quanto dei moderati non è fuori luogo.Altri segnali positivi provengono da Montecitorio e Palazzo Madama. Una delle poche citazioni di Berlusconi è stata riservata a Einaudi, mentre nell’altro discorso pronunciato dinanzi le camere ha espresso soddisfazione per aver avviato il processo di formazione di una destra autenticamente moderna e liberale. Questi due termini sono ripresi anche nella relazione dei Riformatori Liberali redatta da Della Vedova, che intende aprire un dibattito culturale interno al Popolo della Libertà per incidere nella definizione del suo DNA, per contare con le proprie idee.Un dibattito sul piano dei contenuti e delle idee va senz’altro perseguito da parte di tutti i partecipanti alla creazione del Popolo della Libertà, superando le barriere della storia e del settarismo. Un confronto laico e aperto permetterebbe di far emergere le convergenze su posizioni, idee, soluzioni ai problemi del sistema Italia tra personalità di estrazione diversa e consentirebbe di dare un’identità al PDL, un significato autentico alla parola Libertà