Mens Insana

Destinazione andar via...


Si guarda intorno con aria stranita. La stazione, un luogo così familiare, teatro di tanti distratti passaggi apre il sipario su una nuova scenografia. Ora deve fare i conti con questa nuova presa di coscienza, la stazione è reale. Ha in mano un biglietto, perchè l'ha raccolto? Domanda oziosa, non ha una risposta, l'ha fatto e ora guarda quel pezzo di carta senza sapere cosa pensare. Il biglietto è nuovo. Il treno parte fra cinque minuti. La destinazione un paese sconosciuto all'estero, due cambi, dieci ore di viaggio. Nel formicaio umano non trova appigli, l'indifferenza che lo circonda lo gela. Andare, tornare, partire, viaggiare. La sua vita tutt'a un tratto gli pare fragile, tornare a casa gli sembra inutile. Il treno parte fra due minuti. Senza rendersene conto si trova già al binario. Il fiume di pensieri, non si arresta, la valigetta nella mano destra gli sembra quella di un'estraneo, la osserva, ne riconosce ogni graffio, ogni filo penzolante, ogni cucitura, ma come se l'avesse avutain un'altra vita. La porta aperta del treno lo invita a salire. Sa che a destinazione ci sarà lei, c'è sempre una lei alla fine del viaggio. La immagina già, i suoi riccioli neri agitati dal vento, il suo corpo flessuoso, i suoi occhi neri come un'eclisse. Dieci ore, due cambi, le porte si chiudono, il fischio, il treno parte.