Mens Insana

Dalla Terrazza


Stamattina presto sono salito in terrazza. Era parecchio che non lo facevo, sempre di corsa, sempre qualcosa da fare e gli occhi si abbassano, lentamente, dall'azzurro delle nuvole al grigio della strada.Il terrazzo č diventato un ripostiglio a cielo aperto, vasi di coccio alcuni rotti, altri con qualche pianta estinta da secoli, un paio di stendini arrugginiti, la ruota di una bicicletta che mi chiedo ancora come ci sia arrivata, una gabbia per pappagalli contorta, anche se non č mai passato nessun volatile in casa mia senza che fosse destinato al forno. Tra tutto questo paradiso da rigattiere in lontanza sorgeva il sole. Ho preso la rincorsa e sono saltato; mi piace volare: dall'alto tutto č pių piccolo, tutto pių semplice. L'alba tingeva di rosso la neve sulle montagne all'orizzonte, mi tuffai verso quelle cime infiammate. Atterrai scalzo sulla neve. Il freddo mordeva i piedi ma l'eccitazione cancellava ogni brutta sensazione, cosė mi misi a correre nel bianco con il sole nascente che mi colpiva dritto in faccia. Mi gettai esausto in un cumulo di neve, sprofondando in quel gelido candore, mentre il mio respiro affannoso creava piccole buffe nuvolette.Presi con me il gelo di quei momenti e lo portai sotto una doccia bollente, pronto per uscire di casa per una nuova giornata di lavoro, con un lieve sorriso.