Gioiosa_mente

PART TWO


La sera successiva a quel tragico giorno, tutti si sforzavano di assumere un atteggiamento normale: o meglio, tutti si sforzavano di comportarsi come se niente e nessuno avesse sconvolto le loro vite. Erano le sette, ed ecco arrivare un cliente: aveva l’aria triste, quella che di solito accompagna chi aveva avuto una brutta giornata. Marcello gli si avvicinò subito con fare gentile “Buonasera..Sarà il caldo, ma una bella cena è proprio quello che ci vuole..Se permette, vorrei consigliarle qualcosa di speciale..”. Al momento dell’ordinazione dei vini, Marcello cercò con lo sguardo Daniele, ma non lo scorse. “Non c’è da stupirsi, – pensò tra sé e sé, – quell’ inguaribile Dongiovanni è sempre lì a provarci con tutte, farebbe di tutto pur di far ingelosire Marta! Ormai se ne sono accorti tutti… Non capisco ancora se Amedeo lo sa o fa finta di non saperlo… mah!”. “Il sommelier è impegnato in una riunione”, sussurrò il buon Marcello al cliente “posso consigliarle dell’ottimo Chianti, che si sposa magnificamente con la tagliata che ha ordinato. Vado a scegliere io stesso la bottiglia migliore, se me lo permette”. Marcello scese nello scantinato e si diresse verso la cantina. La porta era insolitamente socchiusa. E in più c’era il neon che faceva luce intermittente, non era stato ancora sostituito. Con lo sguardo Marcello scorse l’elenco dei vini, catalogato per ordine alfabetico: lettera C, scaffale blu, terzo ripiano. Era l’ultima bottiglia di Chianti, e proprio mentre il ragazzo la stava tirando giù, si accorse di non esser solo… “Marta! Che spavento! E tu cosa ci fai qui?” “Ah, sei tu… Niente, niente, stavo raccogliendo i vetri di una bottiglia che mi è scivolata dalle mani…” rispose lei, mentre frettolosamente infilava in una busta una serie di oggetti che sembravano tutto fuorché dei vetri: due flutes, delle candele, una bottiglia di champagne… vuota. “Ah, sì, come no! Guarda, ho troppa fretta di tornar su. Ho un cliente che aspetta i consigli di un sommelier fantasma… Ma poi se avremo tempo… Beh, buon lavoro di pulizie, allora!” concluse Marcello con tono ironico. E se ne andò. Marta aveva appena chiuso la porta dello scantinato, quando sentì Marcello balbettare qualcosa: “Cos’hai?” chiese “Leggi qui” rispose lui mostrandole il giornale“era nell’ufficio di tuo marito, e dubito che lo abbia fatto vedere a qualcuno”. In prima pagina, a caratteri grandi “"Ritrovamento nel parco del cadavere nudo di un giovane sommelier. Trattasi di D.N., 38 anni, originario di Lecco… Arrestato un barbone. Movente ipotizzato: furto…”. Nessuna reazione visibile in Marta. Solo silenzio. Marcello era agitato “Non ne posso più, adesso regalo questa bottiglia al cliente, lo accompagno alla porta e chiamo la polizia!”. “Cosa?!” replicò Marta “Non dire assurdità! Vuoi che ci arrestino tutti per occultamento di cadavere?” “Non mi sembri affranta… che c’è? La tua relazione clandestina non ti soddisfava più?” . Marcello non aveva ancora terminato la frase che la mano destra di Marta si era già stampata sulla sua guancia.  “Vai in sala e continua a lavorare!” gli urlò in un orecchio Amedeo, accorso subito dopo lo schiaffo. Appena Marcello si allontanò, Marta si rivolse al marito con voce tremante: “Cosa intendi fare ora?” “Voglio che questa giornata infernale finisca al più presto. Vai ad aiutare gli altri, appena la sala si sfolla chiudiamo” replicò con tono freddo Amedeo, allontanandosi subito dopo. “Che si sia accorto di qualcosa?” mormorò Marta tra sé e sé “Devo controllare le mie reazioni: se scopre questa storia proprio adesso che… Per me è la fine!”. A questo punto la tensione era così alta che la si poteva tagliare con il coltello. In mezzo a loro si celava un serial killer. Forse Daniele aveva scoperto l’assassino, ed era stato ucciso a sua volta. Agata, la cassiera, era letteralmente terrorizzata. Ora che Daniele era morto cominciava ad avere dei sospetti su Marta. La tresca con Daniele si trascinava da diverso tempo, e la gelosia della donna era fin troppo evidente. Aveva anche notato certi strani comportamenti fra i due, che erano forse riconducibili a questioni di altra natura. Un giorno li aveva sentiti bisbigliare qualcosa su un’ingente somma di denaro che Daniele doveva a qualcuno… Ora che ci pensava… Che Daniele avesse anche il vizio del gioco? Solo Amedeo pareva non essersi accorto di nulla. A questo punto doveva essere informato di tutto, prima che succedesse qualcosa a qualcun altro. Inoltre la polizia sarebbe venuta a fare domande su Daniele e sarebbe potuta saltar fuori anche la sparizione di Paolo e sarebbero finiti tutti nei guai per occultamento di cadavere. Si precipitò da Amedeo e vuotò il sacco. Amedeo la guardò e le disse:  “Io mi ero già accorto della cosa, ma amo molto mia moglie, e non voglio perderla. Ero sicuro che prima o poi si sarebbe stancata di lui. Sapevo anche che Daniele giocava alle corse dei cavalli. Avevo anche il sospetto che chiedesse soldi a Marta. È da un po’ di tempo che i conti del ristorante non tornano.” A quel punto Agata non sapeva più cosa pensare. Magari era Amedeo che aveva ucciso il rivale… Però… Paolo, cosa c’entrava? Intanto Marcello era riuscito a congedare alla meno peggio l’ultimo cliente. Aveva chiuso la porta e rimuginava sui suoi colleghi. Non riusciva a credere che qualcuno di loro fosse un serial killer… Eppure i fatti erano evidenti. Il cadavere di Paolo era ancora all’interno del ristorante, ed anche Daniele era morto. In cuor suo Marcello sperava che almeno lui fosse stato ucciso da qualcun altro. Forse qualcuno a cui doveva dei soldi… aveva avuto in passato il sospetto che Daniele giocasse ai cavalli, ma nel ristorante non ne parlava mai, e si limitava a fare il galante con le signore… Eppure non riusciva assolutamente a sospettare di qualcuno in particolare. A volte fra di loro c’era qualche screzio, ma al momento delle difficoltà si erano sempre aiutati a vicenda. Come l’altro giorno, quando aveva ritirato lui gli acquisti di Margherita. Si era accorto che la merce non era di primissima qualità, ma non aveva detto nulla e l’aveva coperta. Era sempre talmente di corsa… E poi in fondo gli stava simpatica. Non ne era innamorato, ma le voleva bene come si vuole ad una cara amica.. È tempo di incastrare tutti i tasselli di questo puzzle, prima che la polizia arrivi al ristorante, prima che muoia qualcun altro: queste erano le parole che frullavano nella testa di tutti i nostri personaggi..Tutti tranne uno.