Le storie di Roma

Il colosseo


Il termine “colosseo” non è da attribuire alla maestosità colossale della struttura, il cui nome originale era “Anfiteatro Flavio”, bensì alla maestosità di una statua che Nerone aveva fatto erigere, in sui onore, vicino all’anfiteatro stesso. Nel Medioevo, il Colosseo era ritenuto una porta per gli inferi dove gli spiriti degli schiavi e dei gladiatori morti sacrificati per il piacere degli imperatori vagavano (e tuttora vagherebbero) al giungere della notte incapaci di trovare il riposo eterno. Gli imperatori, tramite un gesto, decidevano le sorti dei combattenti: pollice in giù la morte, pollice in su la salvezza. La curiosità è che il pollice, in realtà, non veniva rivolto “verso il basso” ma verso la gola: questo gesto imitava il rituale con il quale veniva ucciso il perdente, ovvero trafiggendo il cuore con la spada dalla base della gola. All’interno del Colosseo, oltre ai tradizionali scontri con gladiatori ed animali feroci, venivano organizzate anche le “naumachie”: tutta l’arena veniva riempita d’acqua e vi si svolgevano delle vere e proprie battaglie navali simulate!