finestra sul mondo

la mia libertà


Parlo della mia libertà. Non sono in grado di parlare della tua, della sua, della loro. Parlo della mia e forse, gli altri, qualcuno, potrà comprendere. Sin da piccola la libertà è stata la mia compagna più fedele. Nell'anima e nel corpo. Nonostante tutti si prodigassero per ridimensionarla, restringerla, eliminarla il più possibile. E' arrivata indenne sino a questo momento. Ora riesco a vederla, definirla meglio di un "vago" desiderio o bisogno di libertà. C'è uno spazio, un tempo, un confine entro il quale l'essere umano deve poter agire senza costrizione alcuna. Come un germoglio in un bosco. Se non riceve un po' di luce, muore. Pian piano segue quella luce e poi si fa spazio fra gli alberi, suoi fratelli, e giunge sino a poter guardare il cielo fino all'orizzonte. Non vuole, né deve eliminare i suoi fratelli ma desidera, ha bisogno di essere insieme a loro per appartenere ad un bosco. Una buona e sana società deve permettere ai propri componenti di vivere secondo le singole esigenze, compatibilmente con l'insieme.
Io ho bisogno di fare le mie scelte, di agire e pensare, soddisfare i miei bisogni primari ma anche secondari ascoltando e guardando a me stessa. Un tempo il mio consorte mi faceva una ramanzina se tardavo cinque minuti o un po' di più, ma quando tardava lui  non valeva lo stesso discorso. Accettavo, tacevo, cercavo giustificazioni ma il senso di frustrazione non mancava di certo. Poi ho cominciato a non prendermela più per il suo metro di giudizio. Mi sono ripresa il mio territorio. A lui non piaceva che io stessi qui davanti a questo computer, e non per ipotetici tradimenti (sono anzianotta
 chi potrebbe volermi?!
 anche se non dimentichiamo che ci sono state donne violentate anche oltre il ottanta
) poteva, e può fermarsi accanto a me, leggere i miei scritti e le mie letture, ma più semplicemente non vedeva di buon occhio la mia libertà. Ora non è che ne sia super felice ma accetta che questo sia il mio spazio-tempo. Tutti noi abbiamo bisogno del nostro recinto, del confine che ci delimita entro il quale muoverci liberamente. Il limite può allargarsi o restringersi a seconda della nostra crescita ma è indispensabile averlo, cercarlo, concedercelo e farcelo concedere. Senza il nostro spazio vitale  restiamo ostaggio della volontà altrui che ci impedirà di crescere. Ovviamente i poteri politico-religioso-sociale vedono ciò come fumo negli occhi. Il puledro che non ha pastoie imparerà a saltare il recinto, potrà fuggire in qualsiasi momento e raggiungere la prateria. Si sentirà libero, lo sarà più del recinto, ma avrà ancora confini intorno a sé. I recinti, i paletti sono parte integrante della vita su questo pianeta. Nessuno è mai completamente e del tutto libero. Non può esserlo. Se non lo limitano i propri simili, lo limiterà madre natura o il proprio corpo. Gli asceti, gli illuminati soltanto guardano alla libertà completa e inalienabile. Ma per noi, gente "comune"
,  restano i problemi pratici pratici. Cosa fa una dittatura?! o una religione? tenta in tutti i modi di ridurre lo spazio vitale di libertà di tutti gli individui. Mette le pastoie, innalza muri sempre più alti, spegne le luci, benda gli occhi. E se qualcuno osa ribellarsi lo elimina affinchè altri non tentino di imitarlo. Ovviamente, ciascuno deve cercare giorno per giorno qual è il proprio spazio vitale. La crescita consiste nello spostare sempre più in là il reticolato, modulandolo sempre e costantemente,  confrontandosi  con ciò e chi lo circonda.  Poi vi è la vera Libertà interiore che è capace di andare ad invadere confini altrui senza disturbare minimamente.
Questo è lo spazio non-spazio dell'Amore. Chi ama allarga sempre di più il proprio spazio di libertà e allo stesso tempo accetta e promuove l'ampliamento di quello altrui. Forse mi sto perdendo dietro le parole. Se avessimo la telepatia potremmo comunicare in una frazione di secondo senza tema di non essere compresi. Ma ci si deve arrabattare con le parole e correre  il rischio di perdersi dentro. Solo chi conosce la vera Libertà non la teme ed è capace di lasciare che tutti ne godano.