finestra sul mondo

esperienze


Tornata da Roma. 6 giorni indimenticabili. Devo ancora smaltire, assimilare, integrare le emozioni, l'energia che hanno invaso anima e corpo.Quando ritorno da questi viaggi sono uno straccio. Abbandono un luogo dove mi sento a casa per ritornare in uno che rifiuto. Dove, da una vita intera, mi sento una straniera. Vani i miei tentativi di fuga: il Fato mi riconduce sempre qui.Ci sarà una ragione, e non mi ribello più con astio e dolore.Ogni centimetro quadrato di questa capitale del mondo, non solo mi fa sentire a casa ma mi inonda di emozioni profonde e meravigliose.Ne parlerò in seguito, ora, caro Diario, voglio parlarti di una esperienza incredibile e imprevista.Imbocchiamo una via, se non sbaglio Via Condotti. Ma subito mi domando cosa ci faccio lì. Non amo più guardare le costose mercanzie di vetrine che non espongono i prezzi: se entri qui, te lo puoi permettere.Non faccio che una decina di passi e, nella strada semideserta, vediamo un piccolo assembramento. Mi domando che stanno facendo. Ci avviciniamo, la mia splendida nuora dice: "Conte".Non capisco. Già! non capisco. L'assembramento sembra sciogliersi e tre uomini si stanno allontanando, ed ecco che lo vedo: Conte. Già! proprio lui. L'uomo che ho imparato a detestare, a rifiutarmi di vedere quando appare in tv, da quando ha dimostrato di essere un piccolo dittatore presuntuoso.Già! Conte. Non riesco a crederci: è davanti a me, a tre o quattro metri, e ci guarda. Non riesco a staccargli gli occhi di dosso. Alza la mano e ci saluta. Saluta proprio noi. Ci ha viste, nella strada deserta non era poi così difficile. Ma non importa. L'uomo che detestavo è lì, davanti a me, e sorride. E ci guarda. Mi guarda.Dovrei provare repulsione, rabbia, disprezzo ma la mente mi ha abbandonata: vivo. Semplicemente vivo. Vivo una nuova e incredibile esperienza.Quell'uomo emana energia, potente, tangibile, ma non è negativa. Mi colpisce. Non so reagire. Non posso. Non ho il controllo delle emozioni. Nessuno lo ha, almeno al loro immediato comparire.Sono stupefatta: dal vivo non è l'uomo che sono abituata a vedere su di uno schermo. Non solo non capisco ma non mi pongo neppure alcuna domanda. Vivo. Vivo una esperienza nuova, totalmente nuova.La mia dolce nuora mi aveva comunicato che questo viaggio sarebbe stato all'insegna del Nuovo. Ma questo non avrebbe mai potuto prevederlo.Essere sensitiva ha i suoi vantaggi e svantaggi. Ti fa percepire quello che la mente non accetta, e ti fa estraniare dal mondo proprio quando ci sei dentro, dalla testa ai piedi.Non combatto le emozioni, non ha senso. Bisogna solo viverle, osservarle, trattarle come porte che si aprono su nuovi mondi.Così è stato per me. Qualcuno potrebbe dire che è semplice carisma. Forse. Resta che è stata una esperienza unica. Tutto il mio castello di rabbia, risentimento, disprezzo è crollato sotto una folata di energia.Mia nuora mi ha invitata ad andargli vicino e fare una foto insieme a lui. Forse lui era pronto a farsi fotografare con noi. Ma io non avevo più il controllo delle mie emozioni, e mi mancava il coraggio di mettermi alla prova: non sono andata. Ho continuato a guardarlo, mentre mi allontanavo.Qualcuno riderà di me, dirà che sono un po' "stramba". Grazie, lo sapevo già. Io sono stramba. E temo di non voler cambiare.Ho compreso che non bisogna giudicare e condannare, ma solo comprendere quello che ci viene offerto come un dono.Stamattina trovo un articolo, breve e da leggere in un fiato. Parla di un palcoscenico dove ogni comparsa, ogni attore, ogni protagonista interpreta la propria parte, non solo per per sé stesso ma anche per chi calca il palcoscenico in quel momento e chi vi salirà dopo.Chi ha scelto di fare il cattivo serve a tutta la rappresentazione, anche a chi fa il buono. Neppure le comparse sono superflue, anche quelle che compaiono per pochi istanti hanno la loro indispensabile funzione. https://www.fisicaquantistica.it/evoluzione-personale-e-consapevolezza/la-vita-e-un-enorme-palcoscenico-e-noi-ne-siamo-i-protagonisti