finestra sul mondo

civiltà, progresso, evoluzione


La tecnologia non equivale né a civiltà né, tantomeno, a evoluzione.Chi agisce per un presunto, esclusivo, proprio interesse, ma a danno di altre vite, non è sulla strada evolutiva ma autodistruttiva.Siamo animali sociali in grado di vivere anche da soli. Uno non esclude l'altro, anzi, dovrebbero integrarsi per un arricchimento, sicurezza, crescita, materiale e spirituale.Richiamo pensieri già trattati ampiamente in questi 12 anni di blog. La vera evoluzione umana non risiede esclusivamente nel progresso tecnologico e scientifico, anzi, può essere un grave ostacolo.Il progresso consiste anche nella capacità di vivere in armonia con l'ambiente vicino e lontano.Ogni nostra scelta interferisce con il vicino e il lontano, anche la più piccola nostra azione.Gli animali lo fanno in modo istintivo. Carnivori ed erbivori si mantengono in equilibrio per il bene di entrambi. Noi non ci siamo riusciti.Una umanità che supera l'esame diventa capace di autoregolarsi, sia a livello di procreazione che di consumo delle risorse.Noi, oggi, assistiamo a un totale fallimento, per buona parte dell'umanità, una capillare distruzione di tutti i ponti che conducono verso la sponda evolutiva che ci aspetta.Una sponda dove gli umani si impegnano in un ritrovato equilibrio con la vita, il mondo che li ospita e i suoi bisogni. Piccole comunità che usano la tecnologia, senza distruggere la nave sulla quale si trovano. Ogni individuo che si fa nascere ha un tetto, cibo, insegnamenti (senza alcuna religione o ideologie) le basi per una vita sana.Un po' come offrire a ciascuno farina e acqua e ciotola con cui creare quel che vuole, o prova a creare.Non vedo, in una futura umanità, l'ordine perfetto, anzi, l'esatto contrario. Solo dal caos sorge la vita. Caos ordinato? paradosso? certo, ma viviamo in un mondo duale dove gli opposti creano, e se distruggono creano anche dalla distruzione.Oggi, sta a noi, noi che continuiamo a usare la nostra mente per pensare, cercare il ponte che ci condurrà nella nuova terra promessa da chi ha predetto il futuro, ammonendoci e avvertendoci su di esso.Mi chiedevo come sarebbero stati divisi gli umani. Chi avrebbe lasciato che i morti seppellissero i morti.Ed ecco l'acqua calda che si riscopre: chi ha scelto di vaccinarsi e chi si è rifiutato.Chi è stato costretto a farlo per non morire di fame appartiene a quegli umani che si ritroveranno ad affrontare i poli opposti in modo fin troppo chiaro.Non siamo soli. Nessuno lo è. Nessuno lo è mai stato e lo sarà. Ma se non cerchiamo non troveremo, se non bussiamo non ci sarà aperto, se non chiediamo non avremo. Cercare la strada verso la vita, aprirci al nuovo, aprirci al mondo spirituale e materiale. Liberarci dalle pesanti armature che cultura, religione, paura ci hanno spinto a costruirci addosso.Il guerriero senza armatura può saltare, correre, nascondersi, respirare più agevolmente di chi continua a indossare una pesante protezione. Questo è il tempo.Tutto quello che ci circonda, a livello globale, è distruzione, morte, ingiustizia, perversione, malvagità ma sta a chi continua a resistere, a cercare, bussare, domandare il compito di ricostruire il nuovo. Il vero nuovo, quello che, pur nascendo dalle macerie di una casa distrutta, riesce a ricostruirla più solida e confortevole di prima.Un grande abbraccio a chi, seppure in minoranza, non demorde, continua ad avanzare in nome del Bene e dell'Amore e della Vita.