finestra sul mondo

Indi


Indi, una neonata, un caso internazionale. I giudici britannici decidono che devono essere staccate la macchine che la tengono in vita, i genitori sono contrari.Io non discuto qui se è giusto o sbagliato staccare la spina, dopo averla messa a un essere vivente. Sono a domandarmi chi ha il diritto di farlo.Il "legalmente", ormai, per me, non conta nulla. Perché è chiaro che le leggi se le fanno e se le disfano a loro piacimento. Per loro intendo il potere. Ma qui non c'è nulla di nuovo.Mi domando chi ha il diritto di togliere la vita a un altro essere vivente che non sia per difesa, compassione, amore (per non farlo soffrire inutilmente). A questa domanda non ci sarà mai una risposta certa e indiscutibile.Torniamo al caso, quando è un giudice, la legge, un potere qualsiasi ad arrogarsi il diritto di decretare la morte di una persona, siamo davanti alla perdita di un diritto umano inalienabile.Sorvolo sulla pena capitale, non è questo il caso.Indi, bambina che medici o genitori, poco importa, hanno fatto sopravvivere grazie a una macchina, pur sapendo che non c'era speranza, non può essere trattata come un oggetto.Quando la legge ti impone, ti costringe a un trattamento sanitario, o quando ordina che ti stacchino la macchina che ti tiene in vita, si arroga un diritto che non ha, non le spetta.Quando la legge o un burocrate qualsiasi autorizzato può decidere della tua vita, della tua persona, del tuo corpo, allora l'umano diventa un oggetto.Siamo sull'orlo della estinzione, non tanto fisica, ma spirituale e mentale. Le intenzioni di "innominati" sono quelle di ridurci a cose da manovrare come più loro aggrada.Sta a ciascuno di noi aprire gli occhi e non cedere la nostra umanità. Non solo per noi stessi ma per l'umanità intera.