Post N° 12

Post n°12 pubblicato il 27 Maggio 2006 da napolitata

Sotto alcune righe di Octavio la Paz, un grande scrittore messicano che descrive lucidamente, in quello che è uno dei suoi libri piu' famosi, gli stati d'animo dei messicani....

 
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Post N° 11

Post n°11 pubblicato il 27 Maggio 2006 da napolitata

Nordamericani e messicani: incontro impossibile

tratto da Octavio Paz, Il labirinto della solitudine

(...) Ebbene, il realismo americano è di una specie molto particolare e la loro ingenuità non esclude la dissimulazione e perfino l'ipocrisia. Un'ipocrisia che, se è un vizio del carattere, è anche una tendenza del pensiero, perché consiste nella negazione di tutti quegli aspetti della realtà che ci appaiono sgradevoli, irrazionali o ripugnanti. 

La contemplazione dell'orrore e perfino la
familiarità e il compiacimento nel trattarlo costituiscono al contrario uno dei tratti salienti del carattere messicano. I Cristi lordi di sangue delle chiese di paese, l'umore macabro di certi titoli di giornali, le veglie funebri, l'usanza di mangiare il 2 novembre pani e dolci fatti a forma di ossa e teschi sono abitudini, ereditate da indigeni e Spagnoli, inseparabili dal nostro essere.
 
Il nostro culto della morte è culto della vita, allo stesso modo che l'amore, che è fame di vita, è brama di morte. Il gusto per l'autodistruzione non deriva affatto da tendenze masochiste, ma da una certa religiosità. 

 

E le nostre differenze non finiscono qui.

Gli Americani sono creduli,
noi credenti;

amano le fiabe e le storie poliziesche,

noi i miti e le leggende.
I Messicani mentono per fantasia, per disperazione o per vincere lo squallore della loro vita;

loro non mentono, ma sostituiscono la verità vera, che è sempre sgradevole, con una verità sociale.

Noi ci ubriachiamo per confessarci;

loro per dimenticare. Sono ottimisti;

noi nichilisti, solo che il nostro nichilismo non è intellettuale, ma una reazione istintiva; e dunque è irrefutabile.
I Messicani sono diffidenti;

loro invece aperti.
 
Noi siamo tristi e sarcastici;

loro allegri e spiritosi.
I Nordamericani vogliono comprendere,

noi contemplare.

Sono attivi;
 
noi tranquilli.
Ci compiaciamo delle nostre piaghe,

come essi delle loro invenzioni.
Credono nell'igiene, nella salute, nel lavoro, nella felicità, ma forse ignorano la vera allegria, che è un'ebbrezza e un vortice.
 
Nell'urlo della notte di festa la nostra voce scoppia in bagliori, e vita e morte si confondono;

la loro vitalità si pietrifica in un sorriso: nega la vecchiaia e la morte, ma immobilizza la vita.

E qual è la radice di atteggiamenti così contrari? 

Credo che per i Nordamericani il mondo sia qualcosa che si può perfezionare;
per noi è qualcosa che si può redimere.

Loro sono moderni.

Noi, come i loro antenati puritani, crediamo che il peccato e la morte costituiscano il fondo ultimo della natura umana.

Solo che il puritano identifica la purezza con la salute. Di qui l'ascetismo che purifica e le sue conseguenze: il culto del lavoro per il lavoro, la vita sobria - a pane e acqua -, l'inesistenza del corpo come possibilità di perdersi o ritrovarsi in un altro corpo. Ogni contatto contamina. Razze, idee, costumi, corpi estranei portano in sé germi di perdizione e impurità. L'igiene sociale completa quella dell'anima e del corpo.

Invece i Messicani, antichi o moderni, credono nella comunione e nella festa; non c'è salute senza contatto. Tlazoltéotl, la dea azteca dell'impurità e della fecondità, degli umori terrestri e umani, era anche la dea dei bagni di vapore, dell'amore sessuale e della confessione.

E non ci sono stati grandi cambiamenti; anche il cattolicesimo è comunione. Entrambi gli atteggiamenti mi sembrano inconciliabili e, allo stato attuale, insufficienti. Mentirei se dicessi che qualche volta ho visto il senso di colpa trasformato in qualcosa di diverso dal rancore, disperazione solitaria o cieca idolatria.

La religiosità del nostro popolo è assai profonda — come la sua immensa miseria e l'abbandono — ma il suo fervore non ha altro effetto che quello di far girare l'argano di un pozzo secco da secoli. Mentirei pure se dicessi che credo nella fertilità di una società fondata sull'imposizione di certi principi moderni. La storia contemporanea invalida la credenza nell'uomo come una creatura che può essere modificata nella sua essenza da questo o quello strumento pedagogico o sociale.

L'uomo non è soltanto frutto della storia e delle forze che la muovono, come ora si pretende; neppure la storia è il risultato della sola volontà umana — presunzione su cui si basa, implicitamente, il sistema di vita nordamericano.
L'uomo, mi sembra, non è nella storia: è storia. Il sistema nordamericano vuole solamente vedere la parte positiva della realtà. Fin da bambini uomini e donne sono sottoposti a un inesorabile processo di adattamento: alcuni princìpi, racchiusi in brevi formule, sono ripetuti senza sosta dalla stampa, la radio, le chiese, le scuole e da quegli esseri affettuosi e sinistri che sono le madri e le mogli nordamericane.

Imprigionati in quegli schemi, come la pianta in un vaso che la soffoca, l'uomo e la donna non crescono o maturano mai. Un tale complotto non può che provocare violente ribellioni individuali. La spontaneità si vendica in mille forme, sottili o terribili. La maschera benigna, cortese e spoglia, che sostituisce la mobilità drammatica del volto umano, e il sorriso che la immobilizza quasi dolorosamente, mostrano fino a che punto l'intimità può essere devastata dall'arida vittoria dei principi sugli istinti.

Il sadismo soggiacente a quasi tutte le forme di relazione della società nordamericana contemporanea, forse non è altro che un modo di sottrarsi alla pietrificazione imposta dalla morale della purezza asettica. E le nuove religioni, le sette, l'ubriacatura liberatoria che apre le porte della « vita ». È sorprendente il significato quasi fisiologico e distruttivo di questa parola: vivere vuol dire passare i limiti, infrangere norme, andare fino in fondo (a che cosa?), « sperimentare sensazioni ». Coabitare è una « esperienza » (per ciò stesso unilaterale e vana).

Ma non è oggetto di queste righe descrivere quelle reazioni. Basti dire che tutte, come le opposte reazioni messicane, mi sembrano rivelatrici della nostra comune incapacità di conciliarci con il flusso della vita. Un'analisi dei grandi miti umani sull'origine della specie e sul senso della nostra presenza terrena rivela che ogni cultura — intesa come creazione e partecipazione comune di valori — parte dalla convinzione che l'ordine dell'Universo è stato infranto o violato dall'uomo, l'intruso.

Dal buco o dall'apertura della ferita che l'uomo ha inflitto nella carne compatta del mondo, può nuovamente irrompere il caos, che è lo stato originario e, per così dire, naturale della vita. Il ritorno « dell'antico Disordine Originale » è una minaccia che assilla tutte le coscienze in tutti i tempi. (...)

 

 
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Post N° 9

Post n°9 pubblicato il 27 Maggio 2006 da napolitata

Ciao amici e amiche, da oggi è giusto che anche voi scriviate aneddoti o qualcosa che vi ha colpito del VS VIAGGIO in messico o qualsiasi cosa vi venga in mente....OGGI INTERROMPO ANCHE IL MIO RACCONTO per parlarvi un po' piu da vicino di questo enorme paese che , una lingua di terra che collega gli U.s.a all'america centrale ma che è "latino" a tutti gli effetti, è diviso in 51 stati e un distretto federale, el DF _DEFE_ come lo chiamano da queste parti, dove si trova la capitale "Citta' del Messico" una delle megalopoli + grandi del mondo...da nord a sud si possono notare i tantissimi contrasti che fanno del MESSICO UNO DEI PAESI PIU' VARIEGATI DEL MONDO...un ventaglio di paesaggi e persone, tanto diverse qunto simili tra loro....meticci, indios, convivono tutti insieme sotto un unica bandiera!

La storia gli è stata molto avversa:  all'inizio era un insieme di tante tribu'....quando poi da non si sa di preciso da dove arrivarono gli Atzechi, era il sec.XI e si stabilirono sulle rive del lago Texcoco, era un popolo privo di leggi, molto selvatico e per loro fu una cosa non facile combattere contro le popolozioni che naturalmente gli aveno fatto ben capire che non erano i benvenuti nelle loro terre..pero' erano dei bravi combattenti e molto agguerriti!Insomma le premesse che sarebbe diventati un popolo molto potente c'erano tutte.

r

 
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Post N° 7

Post n°7 pubblicato il 24 Maggio 2006 da napolitata

Consigli utili: portatevi uno spray anti zanzare, qualcuno consiglia di prendere una vitamina b2, chiedete al medico....evitate l'aqua del posto assulatamente!!!!e prendete dei fermenti che purificano l'intestino ed evitano la dissenteria, al limite soffrite di stitichezza

 
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scusatemi...

Post n°6 pubblicato il 24 Maggio 2006 da napolitata

chiedo scusa se non sono riuscita a scrivere tutte le sere ma ho avuto miei problemi...nel percorso della vita capitano....ciao a tutti!!

 
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