mezzanottemmezza

QUI COMINCIA... (namber ciù ^_^)


Dicevamo.. i cazzoni di cui al precedente post. Del Diste sapevo poco allora, personaggio quantomeno sfuggente e politicamente non in sintonia col sottoscritto, e ne ricordo meno ancora adesso. Entrò a far parte dell'allegra brigata da subito, e praticamente da subito se ne andò, complice una sciroccata nella daiarstreitsiana (!!!!) Walk of Life sul Palco del Festival Verdiano di Busseto, un mese dopo il debutto (e stiamo parlando a questo punto di luglio '88). Riabilitiamolo: non fu colpa sua, anzi non lo fu per niente. Volevamo defenestrarlo perchè ancora più sminchio di noi, e già il prode Davide Borra incalzava come comprimario alla sei corde. E' andata così. I casi della vita, e si sa che a volte si è spietati e finemente pezzi di merda. Noi lo siamo stati. Ciao Diste. Mi preme arrivare al Demaldè. Intanto, il nome. Eddy. Non un nomignolo diminutivolo vezzegiativolo. QUEL nome, che evoca cabrio e highway, e Eruption di VanHalen col tapping. Invece la storia è questa. I suoi, persone che ancora oggi ricordo come tra le più pazienti, cortesi, gentili a livelli quasi anacronistici, come tale all'anagrafe lo registrano in quanto il suo anno di nascita infaustamente corrisponde al trionfale 1969 di Eddy Mercx, il belga della Faema che infila un filotto tipo 43 vittorie su 129 gare, compresa la Milano Sanremo e la Grande Boucle (completiamo il quadro: si ritira dal Girditalia in quanto dopato.. oggigiorno, con la sua pelle ben conciata, ci si farebbe i sellini per i dilettanti su pista, altro che battezzarci i figli). Il papà Demaldè, come si evince dal narrato, il ciclismo lo manda fuori. Questo per dare un minimo di situazione. [parentesi quadra 1: è come se adesso si sforni un figlio e si corra in anagrafe urlando "Maicol" -mioddìo- o "Fernandoalonso".. si fa si fa, credetemi. ;o(( ..chiusa prima par.qd.] [parentesi quadra 2: io un figlio ce l'ho, si sa. E' quell'esemplare di pesce-da-lenza di Matteo. Invero, Matteo Eric era il nome completo se.. se nel 1997 lo stronzo Clapton non mi dava alle stampe PILGRIM, il disco più brutto della storia dopo "Cristina D'Avena e i BeeHive".. un po' di coerenza, santa patata!! Vero, per farsi perdonare mi va a Spello all'Umbria Jazz con "Legends: Marcus Miller-Eric Clapton-David Sanborn-Joe Sample-Steve Gadd".. caro Eric, ti ciccio la foto di allora, ma non vale più!! ..ch.sec.par.qd.] ... ho perso il filo.. ah sì, Eddy. Scena dell'incontro fatale. Me lo ricordo come stamattina. Inverno 1988. Io, con qualche brevissimissimo trascorso anni prima come terzo chitarrista ritmico nell'82 con una Fender Jaguar da -allora- due soldi presa in prestito e restituita nel giro di un mese, in gruppuscolo sconosciuto a noi stessi per primi. Musica ascoltata: Blues bianco e rock. Arrivavo a telefonare, di nascosto dai miei, alle radio locali, inventandomi improponibili dediche ormonali costantemente censurate, pur di sentire qualcosa di decente.. pezzi che poi venivano messi in onda sempre sempre SEMPRE sbagliati o, peggio, gruppi cannati, o tutt'eddue.. una tragedia. Clapton Cream Doors John Mayall Aerosmith prima maniera, ma anche metal nei giorni incazzati da adolescente. Tanti tanti tanti concerti visti.. Eric Clapton già due volte, nell'85 e nell'87. Capelli alla spalla (vero!), aria da chi sa che i suoi giorni a fare un'emerita fava a scuola stanno finendo. In Piedi. Culo appoggiato al banco, braccia conserte, piedi accavallati. Lui, timido. Introverso e timido. Ci filavamo ma non tantissimo, qualche bevuta, ciao ciao, e stop. Lo fisso arrivare, già sapevo. Lui incrocia il mio sguardo. "Dì, Eddy, ma è vero che hai una chitarra?" "Sì" "E che modello è?" "Fender Stratocaster" (Signore dimmi che non è vero..) "WOW! Allora fai Blues.. BLUES!! B-L-U-E-S!!! E' la chitarra di Clapton!!!" E lui, con quegli occhietti da persico sottomisura, mi guarda assolutamente titubante e ne esce con: "Clapton? ..Che cos'è? ..Un genere musicale?..." Persa la stima per lui e la metà del genere umano, me ne esco con un potente vaffanculo e domanitiportounacosina. Non gli rivolgo più parola per tutto il santo giorno. Tanto piove, e io mi addormo al banco -addormo=Sara(TM)- . Il giorno dopo arriva in classe. Io sono già lì. Venticinque cassette di Blues lo attendono. Discografia completa di Slowhand, e il resto dello scibile. Lui mi guarda sempre più sconcertato. NON mi rivolge più parola per tutto il santo giorno. E credo anche per il giorno dopo. Ma quando mi accoglie, convertito e adorante, il terzo giorno, capisco che dovevo fare il politico. E lui, invece, il chitarrista. E' tardi. Domani sera devo DEVO uscire. Se ne riparlerà. MADO Sono graditi commenti come quelli da voi prodotti, anche gli insulti vanno bene.