mezzanottemmezza

TEMPI EROICI


Da purqua.pa riceviamo e più che volentieri pubblichiamo:Erano altri tempi, questi qui.Li definiresti un altroquando, se la parola esistesse. O se non fosse già proprietà di un fumetto.E non sarebbe un caso. I fumetti, quelli veri, sono in biancoenero.E quei tempi erano così, se potevi vederli, se avessi potuto farlo.In bianco e nero.Il colore lo percepivi, se vivevi quei tempi. O se li morivi, cosa ben più semplice e più frequente.Era il colore delle ferite di una guerra combattuta da stranieri biondi e con slang strascicanti e sigarette in abbondanza e vissuta - ma non si doveva dire morta? - da genti senza niente più. O mai. O entrambe le cose.Era un altrodove, un posto che solo gustav - ma chi era sto gustav ancora se lo chiedono in tanti - poteva ricordare che esistesse. Uno sputo, una schifosissima cacchetta di mosca nemmeno riportata sulle cartine geografiche.Era la fine della Ciociaria.E ci passava quella linea. E giù con le bombe, così tante da polverizzare mezza Italia, così tante che sicuramente quei ragazzi avevano pensato che non avrebbe disturbato troppo una giovane band che si esercitasse di notte nell’unica costruzione sopravvissuta e girasse i paesi in cerca di applausi.E, infatti, il paese non li sentiva, non distingueva quei rumori. Saranno le eco delle bombe, si chiedevano in tanti. E passavano oltre.Chissà invece che se ne accorgevano eccome. Ma era cicatrene su quelle ferite, più presto sarebbero guariti gli squarci su pelli che nemmeno il sole ospite nei campi da arare aveva saputo scalfire.E così, passavano avanti.E se potevi vederli, se avessi potuto farlo, avresti scorto un sorriso su quei volti mutati per sempre, ma non per questo decisi a non mutare mai più.E suonavano, i ragazzi. Ma mica avevano studiato. Non c’era tempo, bisognava sopravvivere. E magari sbirciare sotto le prime minigonne, quelle delle ragazze sul palco, vedevi solo le caviglie.Se potevi vederle, se avessi potuto farlo.E sul palco le luci erano solo immaginazione. Come le bombe, che saranno mai?Fin quando non scoppia la prima e ti porta via la gamba, fin quando non inizia la batteria e ti porta via il cuore, lei e la chitarraelettrica, una fenderstratononsoche e poi la voce gracchiante. Il basso no, costava troppo e poi chi lo sa a cosa serve? Un cuore ricomincia così a battere e i battiti si possono accelerare solo con le sigarette. Ma dove diavolo sono finiti quei tipi biondi uozamerican con le sigarette ah già per fortuna la guerra è finita! Però sono finite anche le sigarette, si sa che per i poveri le tragedie spesso sono un sollievo, privano di una bocca da sfamare. E da cantare, sì, perché l’urlatore nel microfono c’aveva una malattia, è morto dopo un po’.La band non continua, l’eco delle bombe si indebolisce - ne è passato di tempo dall’ultima - qui si rischia di svegliare la gente. Con le sue ferite. E se quelle si svegliano, sono volatili per diabetici (cazzi amari). In quei giorni non le trovavi mica le sigarette, se potevi vederle, se avessi potuto farlo.Ti do la batteria per quel pacchetto di sigarette che hai nel taschino, affare fatto dice lui, ovviamente. (No, il senso degli affari non ce l’hai mai avuto, pà) Fernando invece sì, una stecca per smettere la fenderstratononsoche.Una stecca più un pacchetto di MS.E la guerra con le sue bombe non la senti più.Se potevi sentirla, saresti scappato.al mio paese.e a madoblues, che mi ha suggerito l'idea dei tempi eroici(...)(STANDING OVATION, GENTE!!)