storia-mito

eterno conflitto


  Agli albori nebulosi del nascente Cristianesimo, racconti alternativi ai vangeli si contrappongono in una lotta senza pari:vengono rinvenute un corteo di mitiche figure i cui lineamenti imponenti e sovrumani potrebbero popolare le pareti e il soffitto di un'altra Cappella Sistina. Il loro aspetto e i loro gesti, le parti che sono state loro assegnate, il dramma che rappresentano, potrebbe suscitare immagini diverse da quelle bibliche, a cui è stata abituata la nostra immaginazione , immagini tuttavia a noi stranamente familiari e toccanti in modo inquietante. Stessa scena, il tema ugualmente trascendente: la creazione del mondo, il destino dell'uomo, la caduta e la redenzione, la realtà iniziale e quella finale. Ma quanto più numerosi sarebbero i personaggi, quanto più bizzarro il simbolismo, quanto più strane le emozioni!La scena si svolge nell'alto, nel regno divino o demoniaco, un dramma di personaggi pre-cosmici nel mondo soprannaturale di cui il dramma dell'uomo nel mondo naturale non è che un'eco lontano. E tuttavia quel dramma trascendentale anteriore ai tempi, raffigurato nelle azioni e passioni di personaggi quasi umani, desterebbe un'intensa simpatia umana: una divinità sottoposta a tentazione, l'inquietudine che circola tra i beati messaggeri di Dio, la Sapienza fallibile di Dio, la Sophia"sapienza", che vaga in preda alla sua follia, errante nel vuoto e nel buio da essa creato, che cerca incessantemente, che si lamenta, soffre, si pente, dibattendosi verso la materia, soffrendo un ardente desiderio verso l'anima; un Demiurgo cieco e arrogante che si crede l'Altissimo e domina la creazione, prodotto, come egli stesso, dell'errore e dell'ignoranza; l'Anima, impigliata e smarrita nel labirinto del mondo, che cerca di sfuggirne e, spaventata, è respinta dai guardiani della prigione cosmica, i terribili arconti; un Salvatore proveniente dalla Luce dell'aldilà che si avventura nel basso mondo, illuminando le tenebre, aprendo un cammino, risanando la divina infrazione: un racconto di luce e tenebre, di conoscenza e ignoranza, di serenità e passione, di egoismo e pietà, sulla scala non dell'uomo, ma degli esseri eterni che non sono esenti dalla sofferenza e dall'errore. Il racconto non ha ancora trovato un Michelangelo, né un Dante che lo narrassero.Il cristianesimo nei primi secoli è minacciato dallo gnosticismo tanto dall’esterno, cioè da movimenti che si pongono dichiaratamente in posizione alternativa a esso, quanto dall’interno, da gruppi che cercavano d’infiltrarsi in ambienti cristiani rifacendosi talvolta a scritti, come i vangeli apocrifi — cioè non riconosciuti nella Chiesa come ispirati —, ritenuti più autorevoli dei vangeli canonici: questi ultimi raccoglierebbero gl’insegnamenti di Gesù alle masse e avrebbero un carattere essoterico, mentre testi come La Sofia di Gesù Cristo o l’Apocrifo di Giovanni conterrebbero una dottrina rivelata da Gesù ad alcuni apostoli o a discepoli e destinata solo a pochi adepti. La severa disciplina del dogma cattolico ha resistito alla tempesta di quei giorni, e restarono soltanto il Vecchio e il Nuovo Testamento a informare la mente e l'immaginazione degli uomini dell'Occidente. Questi racconti che, nell'ora febbrile di transizione, hanno sfidato, tentato, cercato di alterare la nuova fede, sono dimenticate e la loro testimonianza scritta è sepolta nei volumi di coloro che l'hanno confutata o nelle pire di fuoco,cancellate completamente dalla storia. La nostra arte e la nostra cultura,le nostre tradizioni, sarebbero state differenti, se fosse prevalso il messaggio dello gnosticismo. Dove il l'arte e la poesia rimangono silenziosi, lo studioso deve ricostruire dai suoi frammenti un mondo scomparso e con i propri deboli mezzi riportarne in vita la struttura. Oggi puo' farlo molto meglio ora che in altri tempi, perché le sabbie hanno cominciato a restituire qualche cosa di quanto si e' cercato di cancellare in passato. Tale ricostruzione non ha solo un interesse per l'antico: nonostante tutta la sua stranezza, la violenza fatta alla ragione, i suoi eccessi di giudizio, quel mondo di sentimento, di visione e di pensiero, ha la sua profondità e senza la sua voce, le sue intuizioni e persino i suoi errori, la testimonianza dell'umanità non sarebbe completa. Per quanto rifiutato, rappresenta una porta che si spalanca nell'incrocio di credenze diverse. Il suo splendore getta luce sugli inizi del cristianesimo, i dolori del parto del nostro mondo; e gli eredi di una decisione presa molto tempo fa comprenderanno meglio la loro eredità conoscendo ciò che una volta fu in lotta per contendersi l'anima dell'uomo.