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IL TEMPO


 Che cos'è il tempo? Molti filosofi, scienziati, poeti e artisti hanno cercato di dare una qualche risposta a quello che è uno dei grandi interrogativi irrisolti dell'uomo. Tra i primi ,Agostino di Ippona, vescovo romano di Cartagine,il più grande pensatore del cristianesimo dei primi secoli, colui che seppe fondere la religione del Nuovo Testamento con la tradizione platonica della filosofia greca, si sentì chiedere un giorno: “Che cos’è il tempo?”. Ed egli rispose: “Se nessuno me lo chiede, io so che cos’è; ma se voglio spiegarlo a colui che me lo chiede, allora non lo so più”.Se c'è un problema che attraversa l'intera storia della filosofia e ne rappresenta un filo rosso, questo è il problema del tempo. Del resto l'uomo appartiene al tempo, inesorabilmente. Veniamo al mondo, trascorriamo in esso un tempo infinitesimo, scompariamo. Vivere e divenire sono legati tra loro. Ma, se è vero che al tempo noi apparteniamo è anche vero che il tempo ci appartiene. Infatti ne disponiamo, quasi fosse un dono, una proprietà da sfruttare o da dissipare. Comunque sia, questa che è la cosa a noi più intima, è anche quella più misteriosa. Niente è così sfuggente come il tempo, così inafferrabile. Per farsene un'idea bisogna ricorrere a metafore, a figure spaziali, per esempio quella dei simboli del cerchio. Tutto nella natura ritorna. Perché lo stesso non dovrebbe valere anche per l'uomo e dunque per la storia? Donde l'ipotesi che tutto è eternamente destinato a ritornare e non c'è mai nulla di veramente nuovo sotto il sole. Eppure l'esperienza che ciascuno fa del tempo è quella di un movimento lineare, dalla nascita alla morte, sempre in avanti e mai all'indietro. Come conciliare le due concezioni opposte? Molti sostengono che non si tratta affatto di conciliarle. Ci sono civiltà basate sull'idea del tempo come eterno ritorno - il mondo classico, pagano -, e civiltà basate sull'idea del tempo come sviluppo da un inizio a una fine - la tradizione ebraico-cristiana. Ma perché non pensare anche a una terza figura, quella della spirale? Allora il tempo apparirà come un processo vorticoso a grandi ondate ritornanti, che ci trascinano via. E la domanda sarà: verso dove? Verso il nulla o verso un possibile senso ultimo? Il tempo è una misura fondamentale per la Terra e per tutto ciò che vi sta sopra, e per ciascuno di noi in quanto individuo che vive questa dimesione; infatti, come sappiamo dalla nostra stessa esperienza, ciò che ci separa dal momento in cui veniamo al mondo e da quello in cui cesseremo di vivere è il TEMPO. Nonostante nessuno e' riuscito finora a dare una definizione precisa del concetto di tempo, sappiamo come misurarlo: prendiamo come unità di misura l’anno, che - a pensarci bene - è un altro modo di definire l’“orbita», ovvero il tempo che impiega la terra, il nostro pianeta, a completare un’orbita attorno alla nostra stella, il Sole. Non sappiamo che cosa sia il tempo, ma il modo stesso di misurarlo ci deve far riflettere: vivremmo di più, sarebbe diverso il nostro ciclo di vita, se vivessimo su un altro pianeta, un pianeta il cui «anno» è più lungo? Saremmo forse «immortali» se ci trovassimo a vivere su un «Pianeta di milioni di anni», proprio come immaginavano i faraoni egizi, che credevano di arrivare in un Aldilà eterno, e di raggiungere gli altri dèi che già si trovavano su quel «Pianeta di milioni di anni»?Dice Barbour: “la nostra nozione di tempo deriva dall’osservazione di questi stati, il tempo è una nostra pura illusione, in quanto che i fenomeni dai quali deduciamo la sua esistenza sono reali, ma Noi li interpretiamo in modo sbagliato per il motivo che le radici del nostro sapere affondano essenzialmente ad oggi in due teorie di fisica definite come: meccanica classica, e meccanica quantistica, che danno una visione non olistica del tutto, e quindi a volte possono anche risultare fuorvianti”.  Il tempo,grande enigma che accompagna la vita su questo pianeta,ma cosi limitato di fronte alla vastita' del creato da renderci cosi piccoli di fronte al mistero della vita.