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NIRVANA - YOU KNOW YOU'RE RIGHT

 

DA MOLTO NON SE NE PARLA PIU', MA LA "RIFORMA GELMINI", IN REALTA' E' PASSATA. NON HA PIU' SENSO RICHIAMARE UNA RACCOLTA DI FIRME (COME AL MIO POST #160, IN CUI NE RICHIAMAVO UNO DI  elena.c.q.d) . PERO', INVITO TUTTI COLORO CHE HANNO FIGLI, TUTTI QUELLI CHE SOGNANO UN MONDO MIGLIORE, TUTTI QUELLI CHE SANNO ANCORA PENSARE CON LA PROPRIA TESTA, A NON ABBASSARE LA GUARDIA E AD ESSERE PRONTI AD ANDARE IN PIAZZA PER SALVARE LA SCUOLA ITALIANA E, CON ESSA, IL NOSTRO FUTURO.
mgf70

 

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CREDO SIA IMPORTANTE...

Inviato da andrea7770 il 26/05/08 @ 08:41 via WEB
MESSAGGIO IMPORTANTE Gli operatori delle ambulanze hanno segnalato che molto sovente, in occasione di incidenti stradali, i feriti hanno con loro un telefono portatile. Tuttavia, in occasione di interventi, non si sa chi contattare tra la lista interminabile dei numeri della rubrica. Gli operatori delle ambulanze hanno lanciato l'idea che ciascuno metta, nella lista dei suoi contatti, la persona da contattare in caso d'urgenza sotto uno pseudonimo predefinito. Lo pseudonimo internazionale conosciuto è ICE (=In Case of Emergency). E' sotto questo nome che bisognerebbe segnare il numero della persona da contattare utilizzabile dagli operatori delle ambulanze, dalla polizia, dai pompieri o dai primi soccorritori. In caso vi fossero più persone da contattare si può utilizzare ICE1, ICE2, ICE3, etc. Facile da fare, non costa niente e può essere molto utile. Se pensate che sia una buona idea, fate circolare il messaggio di modo che questo comportamento rientri nei comportamenti abituali.
 

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ipotesi e certezze

Post n°951 pubblicato il 21 Giugno 2015 da mgf70

Nella vita, accade spesso di prendere delle decisioni, dalle quali non si può tornare indietro: ciò che otterremo, è l'unica certezza; quello che avremmo potuto avere, se avessimo scelto diversamente, è e resta solo una sterile ipotesi.

Oggi ho visto casualmente un film, che avevo già visto, ma di cui non ricordavo parti importanti. O forse non le ricordavo, perché quando lo vidi per la prima volta, per quelle scene non potevo avere ancora la giusta sensibilità, "non c'ero passato..." per poterle sentire dentro di me.

Quando però, ti capita di vivere qualcosa di analogo, anche la scena più banale, la più sdolcinata, la più "scontata", assume un altro significato: solo allora, puoi ridere a crepapelle, puoi indignarti fino alla rabbia più cieca, puoi piangere come fontana...

Anche quando non sei tu a scegliere, ma è un altro, o è la vita, a farlo per te, è sempre in agguato il rischio di una inutile, dannosa, dietrologia. Eppure, gli anni e l'esperienza, insegnano bene che con i "se" e con i "ma", non si ottiene nulla, se non di rimpiangere un'esistenza ipotetica, se non di disprezzare quanto abbiamo avuto.

Certo, le cose potevano andare diversamente e noi avremmo potuto avere molto di più dalla vita; ma, chi può dire che quello che abbiamo, oggi, non sia già il meglio di quanto potessimo avere? Chi può giurare che, diversamente, saremmo stati più felici?

Ecco allora che, di fronte ai ricordi di un felice passato, dovremmo evitare di sovrapporre i sogni relativi ad un futuro ipotetico, di cui non potremo mai avere controprova. Dovremmo sempre anteporre quello che abbiamo, ciò che proviamo, per valutare il nostro presente e ipotizzare il nostro probabile futuro.

La domanda principale è cosa siamo diventati. Ma, subito dopo, dovremmo porcene un'altra: vogliamo veramente vivere, per sempre, così?

Beato chi ha certezze. Io, negli anni, ne vado via via perdendo sempre di più e mi sto ritrovando a vagare a vuoto, come un cieco in un'immensa pianura, che cerchi un appiglio, ma che non sappia a cosa questo sia attaccato...

Ci sono persone che avrebbero dovuto essere accanto a me, mentre vedevo quel film, per capire cosa io realmente provi, al di là delle facciate di conseguenza e di autodifesa. Ma, così come non ho mai potuto verificare cosa sarebbe successo, tornando indietro e cambiando le mie scelte "decisive", quest'ipotesi resta una delle tante non-riscontrabili.

Ed io, che guardando quella scena, abbia riso, mi sia infuriato, od abbia pianto, è l'unica certezza che ho. Cosa sarebbe stato, o altro, a questo punto, non resta che una domanda al vento, che non troverà risposta.

La vita, purtroppo o per fortuna, è e resta una sola.

 
 
 
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STING -Moon over Bourbon street

 

(1989) SENTO IL ROMBO DEI BUS

Non più amici, né donne, o altro, intorno a me. Alle mie parole, solo il silenzio risponde. Lontano, sento il rombo dei bus: pur colmi di gente, a me paion vuoti. Condannato così, a restar in balìa di me stesso, nevrosi e stanchezza...           Inverno e non me ne accorgo, se non dal passo pesante: lo stesso di chi ha perso una partita; identico a quello sulla ghiaia di un cimitero.                                              E, così, non riesco più a sorridere, ad esorcizzare le mie fobìe: spezzati sono i miei ricordi (giammai felici).                                                                                                 Questo mondo di rumori cittadini, è ben distante dai miei pensieri e, mi fa sentire ancor più distante; non ho scampo, dalla mia mente, né dal mio destino...
 

L'ULTIMO SPETTACOLO (S.VECCHIONI)

...non lasciamoci "stancare" dalla prima parte: dà un senso alla (meravigliosa) seconda...

 

R E V I S I O N E

OGGI DI' 5 D'APRILE DELL'ANNO DOMINI 2012, HO DECISO DI PROCEDERE AD UNA PRIMA REALE REVISIONE DEL TEMPLATE DEL MIO BLOG, RIPRISTINANDO, CANCELLANDO, SPOSTANDO, CIO' CHE NON HA PIU' RAGIONE DI RESTARE, CIO' CHE NON ERA PIU' FRUIBILE, CIO' CHE HA PERDUTO DI ATTUALITA' IMMEDIATA: ogni tanto, occorre far pulizia !

SPERO, NESSUNO SE NE ABBIA A RISENTIRE...

 

COL TEMPO SAI (VERS. BATTIATO)

 

(1992) LA FRATTURA

Un attimo, una stupida incomprensione, un attrito ridicolo e ogni motivo di serenità è già finito: non sembra svanita la passione; ma, appare perduta ogni volontà di comprendersi. Non più la voglia di starsi accanto, ma la tentazione d’offendersi, che diviene un muto schivarsi, tra le pareti domestiche…Anche da momenti banali, stupidi, può morire un rapporto.

A che serve, far l’amore con passione, con la voglia dell’altro, se poi ne subiamo il fastidio, nelle cose di tutti i giorni? Poi, si finisce di farlo per noia, o (peggio), per quella forma di “dovere”, insita nei comportamenti consolidati... Così, si finisce per sconfessare il proprio desiderio, arrivando a fare (o farsi) male, pur di annullarne l’identità, con la cosa bella, che conoscevamo.

 

 
 

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