per non smarrirmi

senza luogo


[tutto, prima o poi, passa...]Al lavoro, niente cambierà: nessuno muoverà quel "muletto", sposterà le pedane, userà telefono o pc; le cose andranno avanti lo stesso, tutto funzionerà comunque.In rete, ragnatele sul blog, su cui qualche "esplora", ogni tanto, cadrà: una flebile voce, inascoltata, tacerà, senza conseguenze.Amici lontani, esseri umani bisognosi di conferme, troveranno qualcun altro: anche nei rapporti umani, nessuno è insostituibile.A casa, più libertà, più dissoluta spensieratezza, colmeranno i vuoti: solo un velo di nostalgia, negli occhi buoni, offuscherà qualche attimo.Forte la tentazione di prendere e partire.Allora, perché pesa così tanto, la mano su quella maniglia? Perché assorda tanto il silenzio, quando ci si alza, al mattino presto? Perché tanto bisogno di sapore, in bocca (eppure tutti i cibi, non sanno di nulla)?Sarebbe bastato così poco, per essere felici. Oggi, invece, ogni passo, ogni gesto, ogni scelta, ferisce l'anima.Quando, in ogni luogo non trovi più il tuo posto, non hai più dove andare.Sei solo un pallone da basket, s'uno sgarrupato campetto di periferia, che rimbalza a vuoto, senza una mano che lo accompagni: lentamente, prima o poi, si fermerà...