per non smarrirmi

Solitario


[oggi l'ho pensata...]Una giornata di riposo, con un po' di febbre.Tante cose da fare e la pazienza, l'organizzazione dei tempi, per farle: pochi "momenti morti", passati a ricaricarsi di energie, poiché incompatibili con tutto quello che avrei voluto fare.Produttivo, anche quando non lavoro. Avrei potuto fare di più? Sicuramente, ma ho evitato deliberatamente di farlo, per non trovarmi ancora più stanco.Mi sono mosso tra uffici, scuole e facce "di borgata"; ma l'anima era altrove, a vagare silenziosamente, per luoghi antichi, mano nella mano ad un sogno: trovare la propria dimensione, nelle parole (incredibilmente sagge, mature), scambiate con mia madre, mentre l'accompagnavo. Ma quanti pensieri, ricacciati indietro, avrebbero potuto uscire fuori?Peccato il clima di tensione, da parte di qualcuno cui voglio bene, che non è capace di quella semplicità, alla base di ogni serenità: ho fatto fatica a parlare, coi miei: per la prima volta, da tanto, le parole son rimaste sospese nel silenzio. Peccato, ché il contatto con loro, mi fa sempre stare meglio.Malgrado i miei sogni, sono consapevole d'essere condannato ad una certa solitudine, un po' per la mia situazione famigliare (...), un po' per le mie scelte e un po' anche per il mio carattere solitario. E, mentre pensavo questo, ho capito che non potrò mai essere felice e, forse, nemmeno troppo sereno, anche se so di essere relativamente fortunato, anche soltanto per ciò che ho.Nell'abbraccio coi figli, cerco di seppellire tali pensieri. Prendo le medicine, mi lavo i denti e decido dove andare a dormire, in attesa di un altro giorno.In certi momenti, ho persino il dubbio d'essere vivo.