per non smarrirmi

Un risveglio


[inside].Si svegliò senza apparente motivo, che erano le 4 del mattino, ma era troppo sveglio, per sperare di riaddormentarsi e quindi decise di alzarsi comunque.Senza un reale bisogno, ché dormiva da solo, si mosse per casa, senza far rumore. Andò in cucina e si preparò un caffé, forte come piaceva a lui e, mentre attendeva che uscisse, andò in bagno, con gesti usuali ed automatici.Allo specchio, non si riconobbe più, cioé vide un viso che era il suo, ma sapeva che quello non era più lui: era solo ciò che era diventato, ciò che la vita, secondo per secondo, aveva corroso e trasformato. Provò radendosi, lavandosi il viso ed asciugandolo, energicamente con l'asciugamano, ma non c'era nulla da fare: poteva migliorare, ma per lui, quella era sempre la falsa immagine di sé.Tornò in cucina e si versò tutto il caffé bollente nella sua tazzona, lo zuccherò, lo macchiò e, aperta la porta-finestra sul terrazzino, uscì fuori. A quell'ora, il silenzio, rotto ogni tanto dallo sporadico passaggio di qualche auto, sapeva d'irreale, tanto era abituato al rumore del traffico isterico, della città.Nel mentre che il freddo avvolse il suo viso, dopo tanto tempo, sentì per la prima volta di essere ancora vivo, nonostante tutto. Portata la tazza alle labbra, lentamente cominciò a bere, assaporandolo con piacere, ché quello del caffé era il suo unico vizio. La bevanda, oltre a concedergli un po' di dolce piacere, compensò il freddo che lo faceva rabbrividire.Si sentiva sereno, ma stranamente s'accorse di piangere: in quel momento in cui aveva tutto ciò che gli serviva, sentì forte la mancanza di lei. Le calde lacrime, lasciavano scie di fuoco, sulle sue guance e, a tratti, il respiro gli si spezzava, come quand'era bambino, procurandogli qualche vertigine.Era da tanto tempo, convinto che non sarebbe più stato felice e s'era praticamente rassegnato a vivere una mezza-vita, in cui si sarebbe attaccato a tutto ciò che gli avrebbe potuto dare un po' di serenità. Però, in quel momento, si accorse d'essere proprio infelice, senza di lei e che non sarebbe potuto vivere a lungo in quello stato.Sentì il rombo dei camions della spazzatura e buttò giù ciò che rimaneva del suo caffé quasi freddo. Asciugate le ultime lacrime, rientrò e andò a farsi una doccia bollente, che sembrò infinita...