per non smarrirmi

a ruota libera (oggi)


Primo caldo, nonostante l'acquazzone di ieri (sul bucato quasi asciutto, cazzo!), col sudore che mi cola addosso e spossa i miei muscoli, come dopo un'ora di sport: non ho alcuna voglia d'iniziare anche questa giornata, di combattere col lavoro, di correre a casa per mischiarmi a persone con le quali non ho niente da spartire (eppure sono sicuro che in un altro contesto, non ci starei troppo male).Le elezioni di l'altro ieri, poi, non è che mi diano di che guardare con fiducia al domani: vivere in una città con le più alte tasse/tariffe locali, eppure coi peggiori servizi, già di per sé non è facile, ma se poi ti ritrovi un bel faccino incompetente o uno sfigato a capo di congiurati, come prospettiva per i prossimi anni...Attendo una comunicazione che mi dica che devo mollare tutto (doccia veloce e via) ed andare al lavoro, che non arriva; ma non vedo necessariamente segnali positivi, da questo silenzio: sarà una giornata molto pesante e doverla iniziare anticipatamente, m'indispone; ma, fare tutto come avevo preventivato e, al mio arrivo al reparto trovare il caos...non è molto meglio...A casa, vivo una strana situazione di "messo in stato d'accusa" per mancanza di attenzioni (...), da chi trascura ogni suo (anche logico) dovere, da chi non dà e non ha mai dato veramente. In certi momenti mi viene in mente quella frase estrapolata da quella canzone di Irene Grandi, che spesso mi tocca sentire al lavoro: "...prima di pretendere qualcosa, prova a pensare quello che dai tu..." Anche in un rapporto semplicemente utilitaristico e di facciata, occorre reciprocità, collaborazione e rispetto, ma in casa non vedo nessuno dei tre.A volte, penso che sto sbagliando tutto, ma non trovo nessuna soluzione alternativa a quello che faccio, che vivo. A volte penso che, ciò che voglio lo potrei ottenere solo se facessi il contrario di quello che faccio oggi. A volte sento apprezzamenti, a volte colgo perplessità, a volte colgo disprezzo ed insulti, per il mio agire, il mio vivere; ma non ho mai un'appendice al libro della mia vita, che mi dia la soluzione dei problemi che affronto.[criptico] ieri ho provato a volare col pensiero e a viaggiare incontro al vento, assieme ai miei sogni; ma, malgrado le catene che legano la mia anima ad essi, non riuscivo più a vederli. Ho avuto la tentazione di lasciarmi andare e piangere, come quando vivo i momenti toccanti delle storie che invento (...), ma poi ho ricordato le mie parole di un tempo: non voglio piangere per ciò che amo, perché se lo facessi, vorrebbe dire che sto rinunciando ad esso. Sì, qualche lacrimuccia può anche scendere, ma quel pianto liberatorio che sancisce la frattura dal passato, non sgorga mai (epperò, quanto fa male!)Un po' come il pio Enea, che vive una vita predestinata, nella quale non può decidere di fare ciò che vorrebbe, mi trovo ad andare avanti e fare ciò che devo, ciò che è giusto (credo/spero), sentendomi annullato come spirito, in ogni mio passo. Qualcuno mi dice che così mi sto logorando; io rispondo col mio "mezzosorrisoamaro" che quando mi sarò logorato del tutto, quando non ci sarò più, tutto si sarà comunque risolto e cesserà di essere un problema.Ok, lo so, lo so: tutto ciò rappresenta una pessima premessa per affrontare il mio giorno più pesante della settimana (odio il mercoledì!). Ma, ora metterò tutte le mie riflessioni e le mie sensazioni in un cassetto e ricomincerò a marciare, da quel maledetto soldatino disciplinato che sono.