per non smarrirmi

delle Grandi Aziende (e della loro disorganizzazione...)


Correva l'anno dell'ennesimo governo del signor B. quando mi capitava spesso di ripetere questo mio mantra: "Questa crisi sta tirando fuori il peggio di noi..."Con quel "noi", intendevo sia i singoli individui che le pluralità di cui facevo parte (ambito famigliare, posto di lavoro, cittadinanza italiana, ecc...), perché la frase era bene adattabile ad ogni contesto.Ma ora che la crisi è finita (*), quel peggio che ha innescato sembra non essere mai finito e, anzi, perdura...Lavorando per una Grande Azienda (privata), pensavo che avrei trovato tutto improntato all'efficienza, alla massima produttività e, in qualche modo, anche alla meritocrazia. Mi ero sbagliato e, dopo la massima recrudescenza di questa crisi, me ne rendo conto ancora di più. Mi sbaglierò, ma l'unica cosa che ho visto e che sto vedendo, è la preservazione della mediocrità attraverso una centralizzazione esasperata, in cui nessuno ha colpa delle cazzate (si può dire?) che vengono fatte, nonché la salvaguardia dei raccomandati, affinché non stringano mai la cinghia come tutti gli altri, che appena lambiti dalle ristrutturazioni, ostentano la propria superba arroganza, da ultimi della classe...Poco più di un anno fa, ho cambiato tipo di lavoro nell'ambito della mia stessa unità produttiva e, da pedina che nel suo piccolo poteva fare visibilmente un po' di differenza, mi sono trovato ad essere un oscuro ingranaggio che risolve continuamente i problemi, creati dagli altri, soprattutto dagli incapaci.Il mio lavoro dimostra che anche in una Grande Azienda (privata), quell'imperterrito e italico leccaculismo (si può dire?), paga sempre. E, i primi a dare quest'esempio sono i Grandi Capi, quelli che dovrebbero illuminare la strada al popolo dei sottoposti; invece, accade che si preferisca la pedissequa applicazione di direttive perdenti, alla critica (costruttiva) e alla correzione di queste, affinché possano portare dei risultati.Oggi, l'unico frustrante risultato che vedo (e pago sulla mia pelle), è un'oscuro ingranaggio che non può permettersi nemmeno di restare a casa, quand'è malato, per ovviare alla disorganizzazione dei grandi e piccoli managers, mentre la supponanza di certi suoi colleghi, continua a fare danni...Credo che l'essere stato in grado di affrontare questi giorni con un rinnovato spirito positivo, mi stia almeno aiutando e tenere i nervi ancora saldi. Ma è meglio parlare poco, ché gli squallidi figuri della mia Grande Azienda (privata), ancora imperversano nell'ombra e sanno scuotere anche i più forti sistemi nervosi...  (*=innegabile il cambio di tendenza, anche se non sappiamo se la cosa sarà duratura)