per non smarrirmi

mattino (maledettamente) presto...


Sono quasi le 5 e tra un po' uscirò per andare al lavoro.E' pesante, alzarsi così presto per questo, in un giorno in cui la stragrande maggioranza pensa solo a come svagarsi, rilassarsi, divertirsi. Ma ancora più pesante è la mia sensazione di totale chiusura di ogni altra prospettiva, per il domani: se dovrò lavorare fino ai 67 anni (salvo ulteriori riforme pensionistiche "peggiorative"), vuol dire che m'ettende almeno un altro ventennio di questa vita, senza la certezza che nel frattempo i figli abbiano imparato ed iniziato a camminare con le proprie gambe.Più che pesare la fatica, le alzatacce, in questo frangente pesa la mancanza di una prospettiva decente, per il futuro. Senza contare che, ultimamente, il mio mondo sta ammazzando anche il mio tempo libero, sta chiudendo i miei spazi di fuga: in ritagli di tempo, se ben allenati, si può anche trovare il modo di scrivere uno o due articoli; ma per scrivere le mie storie, quelle in cui proietto me stesso, ho bisogno di qualcosa di più...Per non dire del senso di colpa, se dovessi tralasciare qualcosa della famiglia, per dedicarmici. Ma, tra le cose cui non posso dare seguito c'è anche una qualsiasi forma "d'impegno", che anche se non sposterà le sorti del mondo, può dare un senso al vivere. Così eccomi qui, in un mattino presto di un giorno festivo, ad attendere il miracolo obnubilatore della doccia, per riuscire a vedere del mondo un po' di magia, mentre transiterò per le vie sonnacchiose della città, alla volta del posto di lavoro...