per non smarrirmi

Se la vita passa...


Mattina di ferragosto, ti arriva una chiamata che non pensavi e che non avresti mai voluto ricevere: un carissimo amico che ti informa della morte di L. un compagno della squdra di cui hai fatto parte per anni, quand'eri ragazzo. Ti senti in dovere di andare al funerale, ma quando arrivi lì, i pensieri e il contegno, scompaiono subito.Hai lasciato il lavoro, ti sei cambiato di corsa e sei arrivato proprio mentre il feretro entrava in chiesa. Ma proprio mentre stavi entrando in chiesa in perfetto anonimato, ecco che viene verso di te C. il gigante buono del gruppo, l'unico compagno cui sei legato da un grosso affetto istintivo. Ti abbraccia a tu rispondi maldestramente, con la goffaggine di quando siamo a disagio. Lo hai visto in faccia solo per una frazione di secondo, ma ti è bastato per imprimerti nell'anima il suo volto indurito dagli anni, dalla vita, i suoi capelli ingrigiti, il suo fisico massiccio e potente.Silenziosamente si entra in chiesa e tra le parole di due preti piuttosto diverse (l'uno rituale e di mestiere, l'altro esplicitamente diretto e sincero), il rituale che ancora ricordi e le canzoni diverse eppure uguali, di quando facevi il chierichetto, segui la funzione funebre, con migliaia di flash che ti arrivano all'anima, fatti d'immagini del passato. Ti chiedi perché ricordi solo QUEL sorriso di quando gli stavi raccontando della tua guida dell'auto, o di come ti si era stretto il cuore quando ti aveva detto che andava da solo, nel profondo nord, per indossare la divisa che ha onorato fino alla morte? Era uno dei pochi ragazzi a posto, buoni e tranquilli, che non hanno mai bullizzato nessuno e che nessuno ha mai voluto maltrattare, tanto era buono. Di lui non hai saputo nulla per oltre un ventennio, ma lo hai sempre tenuto in te, come un ricordo buono, come una di quelle persone che ti hanno fatto stare bene.E poi, ti arrivano dei pensieri sulle persone che perdiamo e che non vorresti mai lasciar andare al lungo viaggio del "dopo": vorresti potere essere tu ad andartene prima di loro, perché il dolore della perdita di chi ami, sarà sempre maggiore di quello della propria morte. Ti guardi intorno e ti chiedi se hai fatto bene a lasciare il paese, per un'esistenza grigia e priva di quei lampi che pensavi che avresti cavalcato: non avresti fatto meglio a continuare i tuoi studi? non sarebbe stato meglio restare coi tuoi? non sarebbe stato meglio chiudere quella storia e ricominciare da capo, finché eri ancora abbastanza giovane...?Rivedi visi che avevi scordato, uomini di cui forse non hai mai saputo il nome, donne che ti da ragazze ti sono piaciute e che ti chiedi se non sarebbero state la tua compagna giusta per supportarti fino all'arrivo a quei traguardi che poi non hai più raggiunto. Visi e corpi cambiati in modo terribile, come forse pure il tuo, che raffronti con quelli scolpiti indelebilmente nella memoria, come E. il "fratellino terribile" del compagno scomparso, il bimbo pestifero che ricordi veniva sempre richiamato dalla madre: lo riconosci, anche se è il viso di un uomo maturo, grigio, forte. E tra gli altri compagni che incontri, ti accorgi di fare anche fatica a rammentare ogni nome (pur se forse l'emozione, ha il suo peso).Quando tutto finisce, tra malcelate lacrime e sudore per il caldo, di una chiesetta gremita in piena estate, saluti i tuoi compagni di un tempo con le parole "rivediamoci prima di..." che non escono fuori e che ti strigono il respiro in una morsa, con un ultimo abbraccio al gigante buono (di fronte a lui anche tu, solitamente visto come un colosso, sembri un bimbo) e mille pensieri, mille tristezze, mille bisogni. Vorresti solo un po' di amore da colei che ami ma non potrai averlo; riceverai solo la solita assurda, egoistica cattiveria, che ti fa sentire sempre più fuori posto e che fa riaffiorare quella domanda su che cosa sarebbe stato meglio fare, per non finire così, per non perdere nessuno senza essergli stato vicino, per non avere mai nessun rimpianto.E c'è una domanda che mi ripeto nella testa: anche se non sono più giovane, anche se tutto sembra ormai definito, potrò ancora essere felice?