per non smarrirmi

Poca scelta


Ci sono momenti, nella vita in cui è palese la mancanza di scelta, in cui si è costretti ad accettare ciò che la vita propone, anzi...dispone... Questo periodo di contagi, di separazioni, di cassa integrazione e scelte obbligate, ne sono un esempio perfetto.(earl grey tea, poco zuccheratocon musica d'anima, di fondo)Avezzi a vivere con l'ansia del "tempo di corsa", adagiati in un'abbondanza mai messa in discussione, abituati ad una libertà data per scontata, difficile non rimanere frastornati da tutta questa lentezza, da così tanto "poco", da certi limiti logici ed incomprensibili: nella penombra del mio seminterrato tra le nuvole, in attesa di quei quotidiani momenti d'interazione, cerco di abbandonarmi ad articoli da leggere, ad articoli da scrivere, per provare a sentirmi ancora parte del mio mondo. E anche il ricominciare a scrivere qui, non è che un modo per ritrovare un po' di quella parte di me, che se n'è andata nella memoria di un cellulare rotto, nei commenti di anime di persone mai conosciute (mai incontrate).(un po' freddo: mi metto qualcosa,mi cambio, per scaldarmi un poco)Chissà se l'allentarsi dei limiti per la "fase 2", mi regalerà qualche momento di antica normalità in più, o creerà nuovi contrasti tra ciò che sono e ciò che avrei dovuto essere. Mi chiedo inoltre, se magari potrò recuperare il tempo perduto in quest'attesa senza data, per vedere, per rivedere (se non ancora abbracciare), chi mi è entrato nell'anima e mi è rimasto dentro, chi è da sempre in me, prima ancora che nascessi. Ma, qualunque cosa sia, qualunque opportunità mi venga data dai D.P.C.M., dovrà essere colta con naturalezza, con quel "senza fretta", che ci ha insegnato questo tempo.(ora accendo le prime luci,ché comincia a fare scuro)La sensazione, però, che questo sia comunque un tempo di poca scelta, di strada ferrata in cui non si possa svoltare, rende talvolta più pesante certi momenti: come non mi è concesso oggi di cambiare le cose, lo sarà anche domani? Il crescendo di aspettativa, diviene piccola ansia, così come l'orologio fermo lo è per un'attesa.(non m'ero accorto, quanto fosse tardi:mi concedo una telefonata, di piacere)Non so perché, ora penso a te in modo cosciente, domandandomi perché le cose siano andate in questo modo, tra noi, perché tanto distanti siano stati, siano e saranno i nostri giorni. Ma non ho risposta e non credo che l'avrò mai: mi accontenterò di pensare a te e di mandarti un po' della mia anima, magari da qui...