per non smarrirmi

Avvenimenti, pensieri sparsi, ricordi, sensazioni ed altre sciocchezze


 Pochi giorni fa, ha chiuso la serranda il mio posto di lavoro; in teoria per rialzarsi con una nuova veste, un nuovo padrone. Prescindendo da tutto, dai rischi del licenziamento o dalla gioia di essere confermati, ha fatto effetto, vedere quella chiusura dopo più di vent'anni: in un periodo d'incertezze, se n'è andata quella del nostro lavoro (Fa male...)Nel casino di questo passaggio d'Azienda, una collega sembrerebbe risultata positiva al covid: attendiamo dalle strutture, indicazioni sul nostro prosieguo; nel frattempo, stiamo a casa, in modo cautelativo (auguri a lei, ma...eccheccavolo, ci mancava anche questa!)Ritornando su questo blog, girovagando un po' su quello di persone a me care (scusate se non ve l'ho detto mai chiaramente), riprendendo il filo di vecchi rapporti, ripensando a cellulari andati perduti (coi loro preziosi numeri, coi loro importanti messaggi), rimpiangendo le mails cancellate per disuso della loro casella (a cui tenevo molto), esacrando per gallerie di foto cancellate dal gestore della community (mai salvate, per aver troppo rimandato), rammaricandosi per vecchi disegni andati perduti chissàddove...affronto un nuovo freddo, non solo d'anima, con quel mezzo secolo sulle spalle, che oggi pesa molto più degli anni che contiene. "Avrei voluto amarti come meriti"; "Mi dispiace non averti mai conosciuta, incontrata, reso corpo alla tua voce"; "Perdona il mio distacco, la mia freddezza, conseguenze di troppa carnalità e passionalità, precedenti"; "Dove ritroverò la mia anima, se oltre a smarrire la mia via, ho perduto anche certi importanti ricordi?"; "La mia direzione, oramai è quella di una zattera alla deriva, in mezzo all'oceano..." Mi sento stanco, oppresso, pur se lucidamente consapevole. Ho bisogno ancora di dare, di amare, più di quanto non abbia bisogno di lusso, di agi o di cibo. Vorrei scrivere finalmente quel mio libro, trasformare quell'altro in un film (di cui ho in testa colonna sonora e immagini), ridiventare il capopolo che ero, perché penso servirei a questo paese. Ma mi sono chiuso nel quotidiano, dimentico dei colori dell'arte e del piacere della musica, incapace di vivere come nei social e di accettare la deriva di questo mondo