per non smarrirmi

Valutazione oggettiva


Periodo del cavolo, questo, al lavoro: tra ferie arretrate da smaltire (...), cambiamenti locali temporanei, semi-temporanei, semi-definitivi, tagli di personale (...), novità "nazionali", dimissioni e contingenze dei dipendenti, etc... mi sento sballottato, senza nessuna certezza. A casa, invece, i cambiamenti iniziati questa estate, non c'hanno ancora portato ad un assetto costante e preciso. Per esempio, ancora non è chiaro l'orario in cui, alla mattina, sia libero il bagno...Negli anni, ho imparato che sono abbastanza bravo ad improvvisare; ma, allo stesso tempo, ho un forte bisogno psicologico, di programmare ogni mio passo. E, questa continua mutevolezza del quotidiano, mi disturba e, a poco a poco, mi sta portando ad un senso di sufficienza, nei confronti di tutto ciò che mi circonda (=continuo a metterci tutto il mio impegno; ma, per me, tutto può andare tranquillamente in malora). Credo sia una forma di reazione all'instabilità e alla frustrazione che ne deriva; ma, probabilmente, è anche una forma di "auto-tutela", all'eccesso di inputs contrastanti, dai quali sono subissato.Non riesco più a riposarmi, fisicamente (tra lavoro e famiglia, mi chiedo cosa pretenda di più, da me) e psichicamente. Faccio una miriade di cose (giuste) e poi le dimentico, le accantono, per passare alle successive e spesso, m'allarmo perché non ricordo d'averle fatte, perché credo d'essermele dimenticate...Decisamente, non posso continuare così. Ma, all'orizzonte, non vedo spiragli per un ritorno alla normalità. Sul lavoro, da qui a natale, ho impegni, verifiche, eventuali cambiamenti definitivi, massimo sforzo lavorativo, chiusura annuale e...cambio definitivo (?) degli incarichi. Nel nuovo anno, tutto dovrebbe essere definito, anche se non mi è chiaro come e quanto positivamente... Sul versante famigliare, invece, tutto potrebbe chiarirsi domani, come non chiarirsi mai...