Il bello di arrivare al giorno di riposo, è che ti godi il piacere all'idea di alzarti tardi, il giorno dopo e di non "dovere" fare tutte quelle cose che quotidianamente si fanno. Invece, il brutto è che si è "obbligati" a organizzare in qualche modo, il proprio giorno di assenza; questo porta ad allungare la giornata precedente a questo, a dismisura... Oggi, cioé, ieri, ho dovuto sistemare un po' di cosette, per il mio meritatissimo riposo: la legge (e la bibbia) impongono il riposo al settimo giorno. In realtà, per chi fa il mio lavoro, si sa bene che non sempre è così: c'è chi arriva a lavorare anche 13 giorni consecutivi, anche se non "ufficialmente".Personalmente, preferisco fare come oggi, dalle 7,30 alle 21,20 (con pausa...), per poter restare a casa, il giorno di riposo. A ben vedere, è quasi ridicolo che per non superare il divieto di lavorare per più di 6 giorni consecutivi, si sia "costretti" a prestare lavoro oltre il limite di legge, di ore lavorative giornaliere e/o di quelle settimanali (!). Intendiamoci bene, non è che al di là di qualche superiore
diretto (come il mio), mi si imponga di lavorare tanto, ma viene preteso un minimo di servizio, che non può essere espletato nelle legali ore lavorative settimanali. Tutto ciò, diviene ancora più ridicolo, perché spesso questi sforamenti dai limiti legali, sono dovuti dalla necessità di contemperare le esigenze produttive e/o organizzative, del posto di lavoro (...), con altri obblighi legali, quali la sicurezza, i diritti dei dipendenti, etc... Giustamente, la ASL può chiudere un posto di lavoro se, in questo non vengono rispettate le norme di sicurezza. Ma se un responsabile, per riuscire a mantenerle, è costretto a lavorare mediamente oltre le 60 ore settimanali (cosa che ovviamente si sa, ma che non risulta da nessuna parte), che cosa fa?Questo, se ci si distacca dalla spirale lavorativa, è un aspetto da valutare seriamente, del mondo produttivo: senza che qualcuno deroghi ai limiti legali, il sistema non può restare in piedi. Ciò equivale a ribadire i concetti merxisti, dello sfruttamento del lavoro, come fonte di guadagno.
La cosa che non ha mai smesso d'irritarmi, è che all'interno di certe organizzazioni lavorative, ci siano persone che, praticamente, non fanno nulla di necessario, mentre altre che fanno troppo. Ciò, oltre che apparire "ingiusto", è anche assurdo: quanto può rendere un dipendente alla dodicesima ora lavorativa? Quanto a lungo può resistere con certi ritmi, prima di crollare fisicamente? Ed io, che da qualche tempo, sento le avvisaglie del mio tracollo fisico, mi sto seriamente preoccupando...