per non smarrirmi

Rimettendo i piedi a terra


Talvolta capita di parlare con qualcuno e riscoprire una banalità, a lungo relegata in un cassetto nascosto della memoria. Così, magari, conversando con qualcuno a noi caro, di cose semplici, si riscopre che, pur guardandosi quotidianamente allo specchio (...), non sappiamo più come siamo: di noi abbiamo un immagine in testa, che non è quella attuale, ma quella che vogliamo ricordare.Parimenti, di me stesso, mi rendo conto che non so più cosa sono; so ciò che vorrei essere ancora, perché cambiamo ogni giorno e non siamo mai quelli di ieri. Il mio blog, serve a rintracciare me stesso, in un'ipotetica mappa dell'umanità. Sto cercando una "x" rossa, con la scritta: "voi siete qui"...Non sono più: il ragazzo, cui fa riferimento mio padre, nei suoi sms; il leader, di una piccola pattuglia di idealisti; l'artista che credevo di essere, imbrattando d'inchiostro, gli A4 per il disegno tecnico; l'emotivo che si bloccava per assurdi timori; il pessimista, che doveva vedere tutto nero, per forza di cose; l'esperimentatore, che ha cucinato obrobri, improvvisando, o ha riempito scatole, cassetti e altro, di esperienze fallite. Ecc...Ecco che allora mi chiedo cos'altro abbia perduto di me stesso, con l'evolversi della vita: la sensibilità musicale? la poesia? la sensualità? La capacità logica? La purezza? La spiritualità? Oggi, come dopo un terremoto, guardo le macerie del mio essere di un tempo, per capire cosa sia rimasto: vado rimettendo, lentamente, i piedi per terra e sto guardando quello che è sopravvissuto. E sto scoprendo cosa ci sia di nuovo. Talvolta, resto sconcertato, perché non trovo più ciò che pensavo imprescindibile da me, o perché scopro nuovi aspetti del mio essere, che credevo preclusi.