per non smarrirmi

Ancora amarezza


A distanza d'anni, ancora non riesco a sopportare una certa forma d'ipocrisia: quella di una persona che ti vive accanto e che ti rinfaccia ipotetiche "colpe", che (se fossero tali) anch'essa c'ha. Questa crisi, limita economicamente gli svaghi e, indirettamente, riduce il tempo libero: a volte, mancano le occasioni, i giorni liberi, per passare un po' di tempo assieme. Eppure, credo che una persona debba accettare l'altra nella buona e nella cattiva sorte, prescindendo da eventuali formule di rito.In particolare, la stanchezza di uno, non può valere meno di quella dell'altro. E così per i casini, per il traffico, per il diritto al proprio spazio, per il diritto ai propri vizi: non ci dovrebbe essere uno che pretenda più dell'altro. Un rapporto tra due esseri umani, non può essere impostato verso l'indulgenza nei confronti dell'uno e nell'intransigenza nei confronti dell'altro. A volte, mi chiedo se io non veda le cose, soltanto dal mio punto di vista: valuto imparzialmente la situazione?Ma, quando viene rinfacciato il crollo fisico, al pomeriggio, al ritorno da un lavoro bestiale (da qualcuno che s'addormenta alle 21,30 dopo una giornata a casa), mi chiedo se ci sia ancora spazio per un qualche dialogo. La vita può essere dura, ma se ciascuno fa la sua parte, quando può aiuta l'altro e, soprattutto, cerca di capire le ragioni che lo muovono, forse vale ancora la pena di viverla assieme.