Tutto e niente

Liste di nozze


 Ho sempre creduto di potermi considerare una donna abbastanza navigata.Attenzione ai termini, navigata nel senso di evoluta, moderna, insomma con zero pregiudizi o quasi Pensavo che difficilmente qualcosa sarebbe stato in grado di sorprendermi. Meno che mai potesse accadermi ora alla mia veneranda età. E invece…Proprio ieri, causa matrimonio di un amico, ebbene si anche chi ha superato gli anta può un giorno decidere di sposarsi, mi sono trovata nella condizione di dovergli fare un regalo, pure?...ma perché la mia presenza non sarebbe stata sufficiente? eheheheh E’ un amico caro, compagno di goliardiche serate estive, avvezzo a rimorchiare bariste e cubiste, come la brava ragazza di paese con almeno 3 neuroni in testa, che oggigiorno non sono mica pochi. Così, mi sono recata in uno di quei negozi molto trendy e chic in cui si fanno le liste di nozze. Dicono. Timorosa, sono entrata. Ed all’improvviso sono stata travolta da un mondo fatto di piatti quadri, tondi, ovali, esagonali, di bicchieri poliedrici di 14 dimensioni diverse, tovaglie di Fiandra o di raso e vasi in cristallo multisfaccettato, portaombrelli a forma di anatra e portafotografie in argento massiccio alto tre dita lavorato finemente a mano da minatori ucraini. La claustrofobia aumenta.Mi viene incontro una simpatica ragazza, acchittata come se ci fosse già ad un matrimonio. Io, dopo 9 ore e rotti di lavoro, prerferisco sorvolare sul mio aspetto in modo particolare sul trucco ormai sfattissimo, lei mi guarda come se fossi uno scarafaggio, andiamo bene.Mi guida tra cento tavolini diversi, cento liste di 200 disgraziati che a breve convoleranno a giuste (o ingiuste, chi può dirlo) nozze in un lasso di tempo abbastanza breve. Tazze, tazzine, taglieri, centrotavola, candelabri, vassoi pesanti come un bambino di 5 anni, portacaramelle in cristallo swarovski preziosissimo… ma quanto saranno grandi ‘ste case dei futuri sposi? Annuncio il nome della coppia alla commessa che sorpresa come gli indigeni davanti a Colombo esclama: “Ma è domenica prossima!!!! NON SI PUO’!!!” Non si può che???? Comprare un regalo???? Ma vattene… Parecchia claustrofobia. Navigando tra i tavolini delle varie liste, sbirciando i nomi in barba alla paranoica legge sulla privacy, becco pure una coppia di amici miei che, orrore, non solo non mi hanno né invitata né considerata, ma nemmeno avvertita dell’evento! Ma che bastardi... E mentre sto ponderando di mandargli un telegramma con su una di quelle frasette  sceme tirate su da qualche sito specializzato,  sento salire in me un vago senso di inadeguatezza. Ma che ci faccio qui IO??? cosa ci faccio qui, nel tempio della presina ricamata a mano dalle suore del convento di Santiago de Compostela? Che ci faccio tra piatti di limonge e servizi d’argento con 182 posate a cranio? E, eventualmente, qual è la posata giusta per il pesce? Ma soprattutto, cos’è il limonge? Immersa nei miei pensieri, mi ritrovo sola ed abbandonata dalla commessa, nel reparto Thun. Moltissima claustrofobia. Solo io sono spaventata dai pupazzetti di Thun? Solo io ne sono profondamente e mortalmente angosciata e minacciata? Mi sembra che possano da un momento all’altro sbattere chi occhietti tondi distogliendosi per un attimo dalla loro ebete fissità, digrignare i denti e saltarmi al collo strappandomi la giugulare. Mi terrorizzano, oltre a spaventarmi per il prezzo esoso. Ma succede solo a me? Eccoli, si stanno muovendo, si sono mossi!!! L’ho visto!!! AIUTO!Insomma, in quella fiera dell’inutile e del pacchiano non sono riuscita a trovare niente che incontrasse il mio gusto spartano e assolutamente poco incline al limonge. Qualsiasi cosa sia. Deciso…vado fuori lista, acquisto un vaso da terra con una bella orchidea di seta dentro. Cinquantacinque euro e passa la paura, consegna e bigliettino compreso.Uscita dal negozio demoniaco, chiamo la mia amichetta per cercare conforto. “Ho comprato il regalo per M. Un vaso da terra, bello.” “Bene. Quanto hai speso?” “Cinquantacinque. Sarà poco?” “No, va bene. Tanto questi soldi non li rivedrai più.” “…” “Mica ti risposi, TU!” Ma che bello, non so se essere consolata dall’affermazione della mia sincera amica o mettermi a piangere.   Grazie di cuore..umpfff