Il mondo intorno

SANREMO 2007


E due. La giuria retrocultural-demoscopica colpisce ancora. Vanno fuori tutti i migliori fra i giovani, eccezion fatta per Fabrizio Moro, che ha un testo antimafia ed un ritornello che proprio non lo puoi bocciare. Da sempre, le giurie demoscopiche sono quelle che fanno i danni più grossi a Sanremo più del televoto. L'ideale sarebbe abolirle, ma se proprio le vuoi tenere almeno falle con criterio. Per essere selezionati basta avere tra i 14 e i 50 anni, avere comprato almeno un disco ed essere andati almeno ad un concerto. Sempre meglio dell' "aver visto almeno una serata del festival l'anno precedente", degli anni passati, ma onestamente pochissimo per definirli "gente esperta" di musica come la chiama Baudo. I cosiddetti esperti di musica ci priveranno venerdì dal riascoltare gli FSC, che fanno del buon rock e sono sponsorizzati da Battiato e di Pier Cortese, uno dei migliori emergenti attuali, che anche con un brano così così era comunque superiore alla media. Ci regaleranno invece il bis delle due "manieriste" Elsa Lila e Romina Falconi, che sono tanto brave, hanno tanto belle voci ma questo non è il Festival dell'Interpretazione, è il Festival della Canzone. E le loro canzoni erano inascoltabili. Passa il turno, a sorpresa visto il verdetto di ieri che ha eliminato i Khorakhanè, la milonga originalissima e coraggiosa di Sara Galimberti. Peccato per Patrizio Baù, la sua ballata licenziosa ci piaceva, ma qualcuno doveva pur restar fuori. Tre gruppi su tre eliminati. I Velvet e gli Stadio facciano gli scongiuri per la classifica finale. I CAMPIONI STADIO - Prendano esempio gli altri. Leggermente sofisticata, forse non è orecchiabile subito ma scivola via leggera e poi diamine, è un pezzo di qualità, molto radiofonico. Una band vera. TOSCA - Anche qui, se avessimo una giuria tecnica e non Magalli e la Parietti, potrebbe aspirare ad un posto fra le prime cinque. Teatrale, molto scenica, con sonorità inedite e banda al seguito. Fa molto Avion Travel. Loro vinsero Sanremo. Ma appunto, c'era una giouria tecnica e non si votava con gli sms. PAOLO ROSSI - Rino Gaetano è un genio. Sembrava un inno all'Italia coi suoi difetti e invece nel finale...."Ma poi torno...ogni tanto". Straordinario. FABIO CONCATO - Chitarra e voce su una canzone difficile ed un testo impegnato. Di un altro pianeta, nel festival demoscopico. Perchè non si canta, si acolta. E quindi non sarà premiato. AMALIA GRE' - La sua voce stridula e il suo jazz particolare o piace o non piace. A me piace. Canzone sofisticata, pronta per il tritacarne della giuria demoscopica pure lei. JOHNNY DORELLI - I grandi classici. Bravo è bravo (ci mancherebbe). Però è fuori dal tempo. Le nonne preparano il cellulare. VELVET - Senza l'anima rock sono una band come le altre con un pezzo come gli altri. Aridatece la sperimentazione. PAOLO MENEGUZZI - La stessa canzone ogni anno, gli stessi concetti. Banali. Le radio, si d'accordo. Si canticchia pure. Ma se hai uno stile consolidato almeno gioca con la melodia. Invece..... AL BANO - Quelli che non hanno voglia/1. Perde la sfida con Mazzocchetti, perchè ha una migliore canzone, ma fa il cantante normale. Tiriamo a campare, tanto gli italiani all'estero se la bevono uguale. MARCELLA E GIANNI BELLA - Quelli che non hanno voglia/2. Siccome sono catanesi come Baudo, non potevano esimersi. Così Bella ha pescato luno scarto che aveva nel cassetto e l'ha portato al Festival. Le canzoni per Celentano sono lontanissime.