Il mondo intorno

SONO GIORNALISTA PROFESSIONISTA!


Eureka.  Ce l'ho fatta. Oggi alle 15.30 ho superato l'esame per diventare giornalista professionista. E'stata dura ma ce l'abbiamo fatta. Soprattutto, per un periodo, ho avuto paura di non farcela, di non riuscire a tirar fuori quello che sapevo. Partivo da un bel voto nello scritto (42 su 60) ma insomma, quando stai lì la paura c'è sempre. Come si dice in questi casi: è stato un bagno di sangue. Ma l'importante è esserne venuto fuori, aver coronato il sogno di una vita. Quelli davanti a me li avevano promossi tutti, molti anche con voti più bassi. Il che avrebbe dovuto darmi sicurezza. Almeno io cercavo di ostentarla. Sino a quando il collega che mi precedeva non è rientato per il giudizio della commissione. Dopo sarebbe toccato a me. E lì ho cominciato a provare tutte le sensazioni del mondo mescolate insieme. Stranamente però, quando mi sono seduto su quella sedia (sembrava il giorno della mia tesi di laurea: davanti a me c'era la commissione e tutti i sostituti) il tremolio è sparito.Cominciano con la tesina a tema libero che dovevamo portare. La mia era a carattere sportivo e per fortuna è capitata fra le mani del cronista di Rai Sport. Disquisizioni sul rugby e dintorni. "Dimmi cos'è il terzo tempo" e "Cos'è il cucchiaio di legno" (ndr è quel trofeo simbolico assegnato alla squadra che perde tutte le partite del Sei Nazioni). Poi via con lo scortico. Prima domanda: "Lei che è di Terni, mi dica: perchè San Valentino è diventato patrono degli innamorati?". Cribbio, ma non avevamo un programma da studiare? Questo non c'era. Per fortuna le leggende sul Santo me le ricordo abbastanza bene, mi sono fatto per quattro anni le Celebrazioni valentiniane nella mia città...Poi passiamo alla storia...."Perchè si dice è stata una Caporetto relativamente ad una disfatta?". Daiiii.....Me la sfango, più o meno, inquadro il periodo ma poi vado a tastoni, chi se la ricorda la storia??? Poi le domande tecniche. "Gli organismi di categoria e la loro suddivisione". Due domande diverse, una per organismo. Me la cavo, anche se m'impiccio su un termine sulla seconda domanda. Poi la domanda clou. S'inventa due frasi con espressioni lesive passibili di querela: "Quale posso riportare ed in che modo". Entrambi, rispondo.  Tra virgolette e contestualizzando la cosa, prendendo le distanze. Mi fa notare  che quella sportiva non l'avrei di regola nemmeno dovuta riportare. Non sono d'accordo, s'è sempre fatto. Un conto è la norma e un conto la pratica. Ma vabbè. Ma il clou è stato sulla terribile domanda giuridica.  E' lì che la metà della gente s'inceppa perchè in commissione ci sono due magistrati e sono loro a farti la domanda. Ed a pretendere una risposta giuridica anche se magari sei laureato in chimica. Scatta il siparietto. Domanda: "La differenza fra delitti e contravvenzioni" . Replica l'altro magistrato: "Ma sei troppo buono, è troppo facile". "Ma tanto non la sa", ribatte il primo rivolto alla collega (e subito dopo se ne pente tappandosi la bocca e ridacchiando). Invece gliela snocciolo. Con gusto. Tiè. Così impari a dire che non la so  PRIMA che abbia risposto. Fine dell'esame.Tre minuti a bollire di fuori, poi rientro. "Questa commissione la licenzia, alzando le di un voto il punteggio dello scritto, con voto 43,30". L'incubo di sei mesi è finito. Adesso posso fregiarmi dell'agognato titolo di "giornalista professionista". Ma soprattutto, del relativo aumento di stipendio.