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Il bello per LUI e il bello per LEI


Nell'emettere un giudizio estetico, le donne farebbero riferimento a caratteri sia particolari sia generali, nell'uomo peserebbero invece solo questi ultimi. I "percorsi" cerebrali della valutazione estetica seguono strade diverse nell'uomo e nella donna: a questa conclusione è giunta una ricerca condotta da neuropsicologi dell'Università delle Baleari a Palma di Maiorca e dell'Università della California a Irvine, che ne riferiscono in un articolo pubblicato sui Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS).Ricorrendo alla magneto-encefalografia, i ricercatori hanno controllato l'attività cerebrale di due gruppi di volontari, uno composto da maschi, l'altro da femmine, mentre valutavano se classificare come bello uno stimolo visivo che era stato loro sottoposto. Gli stimoli erano rappresentati sia da opere d'arte sia da panorami naturali.In entrambi i sessi i ricercatori hanno rilevato che l'attività più intensa avveniva nel lobo parietale e che il picco si presentava dopo un intervallo di 300-900 millisecondi dal momento in cui l'immagine era stata mostrata, un ritardo sufficientemente ampio da confermare l'ipotesi che proprio l'attività in quella sede sia correlata alla valutazione di quanto visto e non alla sua percezione.Il risultato dell'indagine ha però mostrato che, allorquando uno stimolo viene giudicato bello, esistono significative differenze di attività cerebrale fra i due sessi, soprattutto a carico delle aree parietali. In particolare, nelle donne l'attività di questa area mostra un buon livello in entrambi gli emisferi, mentre nei maschi si osserva una spiccata lateralizzazione a favore dell'emisfero destro.I ricercatori hanno valutato che queste differenze legate al sesso nei meccanismi di valutazione estetica possano essere il risultato di processi evolutivi avvenuti dopo la separazione fra i rami filogenetici che hanno condotto rispettivamente all'uomo e allo scimpanzé.Facendo riferimento anche ad altri precedenti studi sui correlati neuronali delle strategie di categorizzazione spaziale e di orientamento, hanno quindi avanzato l'ipotesi che anche le strategie di valutazione estetica e le conseguenti preferenze siano in realtà associate alla divisione del lavoro che ha caratterizzato per migliaia di anni la vita dei nostri antenati cacciatori-raccoglitori."Sembra che le donne facciano ricorso sia a caratteristiche locali che globali nell'emettere il loro giudizio, mentre gli uomini fanno riferimento solamente a quelle generali", ha osservato Francisco Ayala, uno dei coordinatori dello studio. Tuttavia, prosegue, potrebbero essere coinvolti anche i centri del linguaggio: "Le donne ottengono punteggi superiori in fatto di varietà di compiti verbali e linguistici. Forse le donne sono più propense dei maschi ad associare etichette verbali alle immagini".