middlemarch

La felicità è una minuscola cosa


La perfetta sterilità non esiste. Non è una cosa che so di mio, me l'ha spiegato mio marito che bazzica le sale operatorie. E' una regola. Di più. E' una legge. C'è una precisa curva ascendente che a un certo punto inverte la rotta. Se ti danni per sterilizzare tutto lo sterilizzabile fino all'ultimo bacillo potenzialmente infetto, arriva il punto in cui le tue strategie ti si rivoltano contro e finiscono per causare danni peggiori di quelli per cui vengono messe in atto. Vale a dire che c'è un punto in cui ti devi fermare, e accettare di convivere con una minima percentuale di rischio. La vita, per definizione, non è mai del tutto sterile. Se è del tutto sterile, è inutile che la chiami vita perché non lo è. E' un'altra cosa.Mi è sempre piaciuta questa storia, non so bene perché. Forse perché mi pare un piccolo codicillo che si allinea perfettamente alla Grande Giurisprudenza della Vita. Mi piace l'idea che c'è un punto oltre il quale devi accettare di non potere più esercitare il controllo. Mi piace pensare che oltre una certa profondità devi abbandonarti al flusso e fidarti di un braccio invisibile che ti sostiene. Mi piace immaginare che nella vita come nell'amore c'è sempre qualcosa che non capisci, ed è molto probabile che alla fine sarà proprio quella che ti restituirà il Senso. Mi piace l'idea di avere una mente limitata e una coscienza ramificata in contatto con ogni cosa che vive e respira. Mi piace sapere che esisto anche mentre dormo, mi piace sapere che l'amore circola in fondo al tunnel anche quando litigo con un editore che non si decide ad attivarmi un minchia di periodico elettronico pagato da mesi. Mi piace immaginare che se proprio in quel momento mi facessero un'autopsia psichica, la rabbia salterebbe fuori in uno zampillo  giallo capace a malapena di innervare le fughe delle mattonelle sul pavimento, e l'amore tracimerebbe a cascata inondandolo fino a finire fuori dalla finestra.Mi piace l'idea che quando non capisco, è proprio quello il punto dove dovevo arrivare. Mi piace il fatto che certe volte, quando devi essere arrabbiato per statuto perché t'hanno fatto questo, questo e quest'altro torto, anche se ti sforzi proprio non ce la fai. Perché l'allegria che non capisci fluttua più densa della rabbia programmata, e ti condanna tuo malgrado a una luce di gratitudine lì dove ogni corte di giustizia emetterebbe una sentenza di ira divina in tuo favore.Mi piace soprattutto il fatto che ho cominciato questo post con l'idea di scrivere tutt'altro, e invece sono finita qui. A modo suo, una perfetta quadratura del cerchio.