middlemarch

Ramòn se n'è andato


E' rimasto poco, solo quel tanto che bastava per stamparti il suo muso pestifero negli occhi. Ancora stamattina ero lì che lo guardavo perché mi sembrava che avesse una specie di congiuntivite. Pensavo: fammi vedere come evolve, meglio tenerla sotto controllo. Poi oggi salgo in camera e lo vedo lì, appeso, ucciso dalla sua frenesia di conoscere, andare, vedere, scoprire, indagare, costi quel che costi anche se alla fine viene giù il finimondo e per punizione mi lasciano magari senza cena. Non aveva mezze misure, Ramòn. Per lui la vita era sempre o tutto o niente. Per nove mesi è stato tutto, e oggi invece ha giocato e perso, in un colpo solo. In un modo così stupido che a provarci mille volte non gli sarebbe mai riuscito di nuovo. Ma la vita è così. Adesso quello che mi rimane di lui sono i suoi peli sparsi per casa, i croccantini nella dispensa, e la sabbietta pulita che gli avevo appena cambiato. E non è del tutto vero neanche questo. In effetti mi rimane dell'altro. Parecchio di più. Ma quello lo tengo da parte a crescere e fruttificare, come tutte quelle cose che diventano parte di te, ti appartengono, e ti restano dentro finchè campi come l'unica cosa che conta davvero: il peso di quelli che hai stretto al petto e amato, che sono tuoi, e che nessuno può toglierti nemmeno se ti uccide.